CADRÀ PER UNA DONNA?
Per il New Yorker, il «re è nudo»: travolto dal CASO STORMY DANIELS (e altri), il presidente Trump sta per «crollare». In attesa dell’intervista-bomba del 25 marzo, ecco a che punto siamo
LA PORNOSTAR...
Il settimanale New Yorker l’ha messo in copertina nudo: è così che finirà Trump, travolto dagli scandali sessuali? La vecchia storia con la pornostar Stormy Daniels (vero nome Stephanie Clifford) si sta facendo complicata. La donna, che ha avuto una relazione con Trump – da lui sempre negata – nel 2006 e che poco prima delle elezioni era stata pagata per tacere, ora minaccia di raccontare tutto. Messaggi, telefonate, forse anche fotografie intime del o con il presidente. Un potenziale terremoto politico, a cui si aggiungono però aspetti legali non indifferenti. Michael Cohen, avvocato di Trump, ha ammesso di aver comprato il silenzio della donna per 130 mila dollari, una settimana prima delle elezioni. Possibile che lui non sapesse niente? E i soldi utilizzati, da dove provenivano? Cohen sostiene di aver utilizzato soldi propri, come una sorta di donazione a sostegno della campagna di Trump, ma se così fosse avrebbe infranto la legge che regola le donazioni a titolo personale verso un candidato e che fissa il limite a 2.700 dollari. Ancora più gravi sono però le accuse che provengono dall’avvocato della pornostar, Michael Avenatti, e che parlano di intimidazioni, anche fisiche, nei confronti della sua assistita pur di ridurla al silenzio. Comportamenti aggressivi e criminali messi in atto dal team legale di Trump o da Trump stesso non si sa, ben dopo le elezioni. Trump ha minacciato di denunciare la donna per aver violato l’accordo di riservatezza: da lei vuole 20 milioni, uno per ogni volta che ha parlato di lui pubblicamente. Daniels sostiene che siccome Trump non ha mai firmato (solo gli avvocati) l’accordo non è valido, quindi vuole restituire i soldi e parlare. Anzi, lo ha già fatto: l’intervista-bomba con il programma 60 Minutes è già stata registrata e dovrebbe essere trasmessa dalla Cbs il 25 marzo. Avenatti ha detto: «Sarà il popolo americano a decidere se la mia cliente dice la verità». Sempre che gli avvocati del presidente non riescano a bloccarne la messa in onda.
...E LE ALTRE
La denuncia di Stormy Daniels potrebbe dare l’esempio. L’avvocato Avenatti ha detto di essere stato già contattato da altre sei donne che stanno pensando di portare Trump in tribunale. Una potrebbe essere l’ex modella di Playboy Karen McDougal: a lei andarono 150 mila dollari, in cambio del silenzio. Nel libro Fuoco e furia di Michael Wolff l’ex consigliere di Trump Steve Bannon parla di «centinaia di donne» messe a tacere dagli avvocati. E queste sono quelle con cui ha avuto incontri consensuali. Poi ci sono quelle che lo accusano di molestie. A oggi sono 16, tra cui una istruttrice di yoga, un’ex Miss North Carolina, un’ex concorrente di The Apprentice, un’ex giornalista di People, un’ex Miss Arizona, una centralinista con uffici nella Trump Tower, una truccatrice. Gli episodi spaziano nel tempo, dai primi anni ’90 al 2007: molti sarebbero avvenuti dietro le quinte dei concorsi di bellezza che frequentava così assiduamente. Lo stesso Trump in un’intervista a Howard Stern del 2005 ammette che era sua abitudine intrufolarsi dietro le quinte del concorso di Miss Universo mentre le ragazze si cambiavano ed erano mezze nude tanto «nessuno può dirmi niente perché io sono proprietario del concorso e ho il diritto di fare ispezione». Altri episodi sarebbero avvenuti durante occasioni sociali nella sua tenuta a Mar-a-Lago, in Florida. Un episodio risale addirittura al 1980: Jessica Leeds ha raccontato al New York Times di essere stata molestata mentre era seduta vicino a lui in prima classe, durante un volo. «Le sue mani erano dappertutto, sul seno e sotto la mia gonna». Trump in questo caso ha respinto le accuse dicendo in sostanza che Leeds era troppo brutta per lui. Anche in tutti gli altri casi ha sempre negato: «Non ho mai incontrato queste donne». L’unica di cui non può dirlo è Stormy Daniels: esiste una foto.