L’ultimo film di Weinstein
Quando andrete a vedere I segreti di Wind River (e vi consiglio di farlo, è un thriller insolito e ben fatto), sappiate che avrebbe potuto essere tra i candidati all’Oscar. La storia di come non ci sia arrivato meriterebbe un film a parte. Al festival di Cannes 2016 il film, opera prima di Taylor Sheridan, viene acquistato per la distribuzione dalla Weinstein Company, solo in base alla sceneggiatura. Un anno dopo, il film è pronto, va a Cannes nella sezione Un certain regard e la vince. Fin dall’uscita della prima proiezione sulla Croisette, circola la voce: Jeremy Renner (47 anni, nella foto sotto), o Elizabeth Olsen, o magari entrambi, avranno una nomination all’Oscar. Poi, a ottobre, il favoloso mondo di Weinstein, king maker della stagione dei premi, è crollato come sappiamo. A rendere il tutto ancora più folle, c’è il fatto che il film racconta di violenze sulle donne, in particolare sulle native americane di una comunità del Wyoming. Appena è scoppiato il caso Weinstein, Sheridan ha detto che se la società di Harvey avesse distribuito il film, lui avrebbe tolto la firma, sostituendola con Alan Smithee, lo pseudonimo che a Hollywood si usa quando un film è passato attraverso molti guai e molti registi. Ma non è stato necessario: l’autore e i suoi produttori si sono ripresi il film e hanno destinato il ricavato degli incassi americani alla tribù TunicaBiloxi. Certo, soldi per fare una campagna Oscar in grande stile non ne sono rimasti. Pazienza per il bravissimo Jeremy Renner, la nomination arriverà un’altra volta.