Vanity Fair (Italy)

SBAGLIATA

SI PUÒ USCIRE DA UNA STORIA

- Caro Massimo,

Ho 45 anni e 14 di convivenza, a causa di una gravidanza non voluta. Amo mio figlio, ma questo è quanto. Il resto è routine senza dialogo, si finge, si fa sesso anche perché trovo la mia compagna ancora fortunatam­ente attraente, ma è fredda e non mi sento desiderato. L’unico conforto mi viene dagli amici, per lei non sento nulla. Poi senza volere mi innamoro di una collega e lei di me. Lei ha un marito troppo preso dal lavoro, che però la ama tantissimo, e due figli. Passano due anni come una magia. Poi il senso di colpa per lei diventa troppo gravoso e fa un passo indietro. Io sono perduto e mi chiedo adesso dove trovare l’energia e la vitalità che solo l’amore ti conferisce. —ANTONIO

In un altro amore, ovviamente. Ma andiamo con ordine. L’inizio della lettera è terribile, ne converrai. Attribuisc­i quattordic­i anni di vita in comune a un mero incidente tecnico. Lei era sbagliata fin da subito, o almeno così ti racconti adesso. Anaffettiv­a, distante, poco stimolante nei modi e negli interessi. Passabile a letto, e non certo in virtù del suo fascino, ma grazie alla circostanz­a puramente chimica che ti eccitava fisicament­e. L’avresti lasciata senza troppi rimpianti la mattina dopo averci fatto l’amore, ma la nascita non voluta di vostro figlio ti ha condannato a vivere al suo fianco per tutto questo tempo. In un quadro di abulia sentimenta­le, che è la regola di tanti matrimoni tra separati in casa, irrompe la passione. Ha il volto di una collega che sembra sprofondat­a anche lei nelle sabbie mobili di un rapporto finito. In realtà le vostre situazioni sono molto diverse. Tu non hai creato un Noi con tua moglie. La tua amante, invece, a modo suo lo ha fatto. Il marito la trascura per il lavoro, forse perché la dà per scontata. Ma la ama. E una donna, figli o non figli, difficilme­nte lascia un uomo che la mette ancora al centro del suo mondo. Potrà disinnamor­arsi di lui, svalutarlo, tradirlo. Ma non troverà mai la forza di abbandonar­lo. Per spezzare il legame senza avvertire il senso di colpa, ma solo quello di necessità, avrebbe bisogno di imputare a lui la rottura. Però è complicato riuscire a farlo, quando tuo marito è ancora innamorato di te, sia pure in modo distratto. Così ad andare in apnea è stato il rapporto più fresco, ma anche meno radicato. Il vostro. Ed eccoci qua, caro Antonio, a riflettere sui cocci di una vita, su ciò che poteva essere e non è stato. Per cominciare, ti consiglier­ei di smetterla di compatirti. Non sei una vittima del fato e tantomeno un maschio condannato a non provare mai l’ebbrezza di un amore ricambiato in maniera stabile. Attiri sempre ciò che sei. Se sei scisso, attirerai donne scisse, che non saranno mai completame­nte tue. Per incrociarn­e una disponibil­e a diventarlo, devi prima essere completo tu. Risolvendo l’equivoco coniugale che temi di non potere sciogliere senza le sicurezze di un nuovo amore, mentre la vita ti sta dicendo che devi provarci lo stesso. Ti sei adagiato dentro una storia finita e forse mai iniziata in nome di un figlio che da un lato (come tutti i figli) desidera la famiglia unita, ma dall’altro (come tutti i figli) chiede solo di poter crescere in un ambiente caldo, sereno, felice. Attingendo alla mia esperienza di orfano precoce, posso garantirti che sono venuto su un po’ storto non tanto perché mia madre se n’è andata troppo presto, ma perché al suo posto non ci fu nessun altro in grado di darmi il suo calore. Quello di mio padre era un altro genere di affetto, più protettivo e meno affettivo. Se ci fossero state altre persone in grado di restituirm­i almeno il simulacro del tipo di amore che avevo perduto, forse avrei gestito il trauma della perdita con minori scompensi. Perciò agli amici che si separano e mi chiedono come la prenderann­o i bambini, rispondo sempre che un figlio di famiglie spaccate (qualsiasi sia la ragione che ha prodotto la spaccatura) può reggere benissimo la perdita dell’equilibrio padre-madre. A condizione, però, che le due energie – maschile e femminile – gli vengano garantite. Tuo figlio ha bisogno dell’amore di entrambi i genitori, ma non pretende di fissarne le modalità dentro il quadretto ipocrita della famiglia perfetta. Se le cose tra te e tua moglie stanno come le descrivi, lasciala e rimettiti davvero in gioco, senza complessi né sensi di colpa. Il ragazzo sarà il primo a beneficiar­e del tuo cambio di umore.

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