Vanity Fair (Italy)

SUONO DI PRIMAVERA

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Non si può dire che le manchi l’autostima. «È la mia salvezza, mi ha sempre aiutato. Anche quando venivano a sentirmi solo cinquanta persone. Ricordo quando siamo andati a suonare a Lugano due anni fa, c’era pochissima gente, ma a fianco alla consolle aveva preso il tavolo Gué Pequeno, era venuto a sentirci. A fine spettacolo sono andato a salutarlo. E lui mi fa: scegli una tipa e andiamo da me. È sempre stato un passo avanti agli altri». Un atteggiame­nto da rockstar. Esistono ancora, in Italia, secondo lei? «Per me l’unica è stata Vasco Rossi. Adesso ha una certa età, non ha più quell’appeal da rocker di un tempo. Ha i suoi fan di sempre, ok. Ma ha fatto ciò che doveva fare». Chi sono le nuove rockstar? «Sfera Ebbasta e i rapper in generale. Come appeal sulla gente, come stile di vita, come look. E possono cantare quello che vogliono se hanno un sound che regge». Lei nei suoi testi canta spesso di temi come la droga. Non teme che i suoi fan giovanissi­mi la emulino? «Non ho mai nascosto il mio utilizzo di droghe leggere, mi piace fumare le canne. Capisco che un ragazzino che mi segue sui social, vedendomi con una canna in mano, possa dire: se fuma lui, che è pieno di soldi e di tipe, allora lo faccio anch’io. Ma un artista dev’essere libero di non dover mentire. I miei fan non sono i miei capi, come non lo è l’opinione pubblica. Non incito nessuno all’utilizzo di droghe, racconto sempliceme­nte la mia vita». E com’è adesso, la sua vita? «Dopo Rockstar è totalmente cambiata. Ne vado fiero e mi piace ostentare ciò che ho ottenuto. Certo, questo mi fa essere invidiato, ma spero che altri prendano ispirazion­e e trasformin­o quell’invidia in motivazion­e. E non in epiteti tipo “pezzo di merda”, come quelli che ogni tanto mi «Da ragazzino la sera quando andavo a letto avevo sempre la sensazione di voler fare di più, per aiutare mia madre. Ogni sera dicevo: da domani mi sveglio presto, vado a cercare lavoro, niente più cazzate. Poi però la mattina non ero più padrone di me. In realtà sapevo che la mia passione non avrebbe seguito strade convenzion­ali. Mia madre percepiva tutto questo, ma provava comunque a correggerm­i». E che cosa le diceva? «Mi spronava ad andare a lavorare, ma vedermi alzare alle 5 per fare l’elettricis­ta non la rendeva di certo felice. Tutte le volte che le ho detto “oggi ho lasciato il lavoro”, non mi ha mai rimprovera­to. E ha fatto bene. Se fosse stata una di quelle madri che ti riportano di peso in fabbrica, magari alla lunga mi sarei rassegnato. Oggi è presa benissimo, non manca un concerto». Il fatto che ora non abbiate più problemi economici sarà una soddisfazi­one per entrambi. «Sì, ma mi riempio di cazzate, non ho né

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