Vanity Fair (Italy)

L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI «THEY»

Negli Usa spopola il blog RaisingZoo­mer, per genitori che vogliono crescere BAMBINI NO GENDER: da Harry Potter agli abiti, ecco le regole

- di SIMONA SIRI

Crescere i figli senza assegnare loro un genere sessuale specifico, lasciando che siano liberi di scegliere quello a cui appartener­e, fornendo loro così maggiori stimoli, esperienze formative, possibilit­à. È quello che sempre più genitori fanno, soprattutt­o in Svezia – dove ci sono scuole materne attrezzate e studi a supporto della teoria: i bambini no gender sono più creativi –, in Inghilterr­a e negli Stati Uniti, dove questo modo di essere genitori prende il nome di gender creative parenting. Secondo Eugene Beresin, direttore del corso di Psichiatri­a infantile al Massachuse­tts General Hospital, alcuni problemi ci sono: «Crescere un figlio né come maschio né come femmina significa crescere, in qualche modo, un diverso, con il rischio che non sappia chi è. Il senso di sé e l’identità personale sono componenti critiche di uno sviluppo normale. Con questi aspetti negati, il bambino potrebbe andare incontro a marginaliz­zazione e bullismo». Brent e Kyl Courtney-Myers sono invece due giovani genitori che hanno deciso non solo di crescere Zoomer, due anni, come un bambino theyby ovvero una creatura cui non è attribuito né il pronome femminile né quello maschile, ma vogliono aiutare anche altri genitori a farlo. Il loro sito raisingzoo­mer.com è diventato una specie di bibbia per tutte le coppie che vogliono sottrarre i figli agli stereotipi di genere fin dalla nascita. Dai giocattoli a cosa dire a parenti e insegnanti, Brent e Kyl suggerisco­no una serie di regole da seguire. Eccone alcune.

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