Pensieri & colori

Nelle creazioni (e nei tatuaggi) dello stilista ROBERT CAVALLI ci sono le sfumature e i contrasti delle sue emozioni

Si parla di timidezza, superata, con i colori dati alle parole non dette, inizialmente dipinte, ora finalmente raccontate, in una collezione di moda. Ognuno trova il suo sistema, l’importante è riuscire a esprimere un mondo che si ha dentro, quando per fortuna ce n’è uno, ed è addirittura acceso di rosso: «Tinta drammatica e piena di luce». Il mondo è quello di Robert Cavalli, ultimogenito di Roberto ed Eva, che ha appena esordito con la collezione inverno 2018 del suo marchio Triple RRR. Nel suo lavoro, fresco come la giovane età, tinto dai colori in cui vede le cose e dalle forme con cui ce le racconta, c’è ricchezza artigianale fiorentina e di famiglia filtrata da atmosfere underground di Londra, città in cui è cresciuto. Una sintesi di glamour e street, in una capsule firmata dalla vestaglia: «La penso in modo trasversale, da uomo e da donna, per ogni genere di uso e da non togliere mai, al ristorante o a un party, se ci si sente al sicuro dentro». Fluidità è la parola chiave di forme e materiali Triple RRR, la melagrana è il frutto porta fortuna, in un mix di velluti e jeans, T-shirt e stampe jacquard, della capsule che invita a creare un guardaroba personalizzato, nei contrasti: «Sono importanti nella vita. In tutto, creano energia». Un’estetica che corre sullo sfondo street dei tempi, che Robert ha visto nelle tonalità calde di una palette notturna, muovendosi per colori come sempre, a patto di essere solo: «In mezzo alle persone sono un polo di energia, ma per ispirarmi devo stare solo». Con se stessi: «Si pensa in silenzio e in avanti, si riflette anche sugli sbagli fatti per fare meglio». L’evasione come motore creativo, protetti da una stanza o da un viaggio, non fa differenza, a meno che il viaggio sia in Thailandia. Meta che ha segnato Robert per sempre, in tinta inchiostro, sul braccio sinistro, con le due tigri tatuate, il suo manifesto privato: «I tatuaggi non mi piacciono, ma questi segnano due momenti importanti». C’è tutta l’infanzia incisa nella tigre che balza in eterno verso il polso: «Ogni riga ricorda momenti belli e brutti, quindi non ci sono linee rette». L’ondulata opera è d’artista, il tatuatore Mark Mahoney, per capirci basta pensare a tutto Johnny Depp. Nell’altra tigre, ci sono le iniziali dei genitori in thailandese e tutta la cultura simbolica dei tattoo Sak Yant (vedi alla voce Angelina Jolie). Tradizione simbolica thai in cui si sceglie il proprio animale-custode: «Per me è stata la tigre, d’istinto e all’istante», che un monaco inciderà sulla pelle con una canna di bambù. Sacrifico dolore con cui onorare un cambiamento importante: «Per rivederlo tutta la vita». Adesso i tatuaggi sono promossi? «Su di me». Solo a sinistra? «Tengo i ricordi a vista, vicini tra loro». Invece sulla gamba? «Allontanerebbe una parte della storia». La storia è una, è la sua, di un creativo che molto crede nella focalizzazione: «Sempre puntare su qualcosa di preciso». Se si parla di tatuaggi, forme e colori diversi sono da considerare un errore, se si parla invece di moda? «Come per tutto. Non si possono fare bene tante cose. Sono giovane, preferisco un solo prodotto». Con meno scelta aumenta il rischio di sbagliare: «Punto su di me, in ogni caso su qualcosa di preciso». La timidezza si è corazzata? «Mostrando una mia forma di moda è cambiato molto». Da bambino stava con se stesso dipingendo molte rose e molto rosso, oppure tagliava e cuciva cuscinetti nei laboratori Cavalli: «Avrei potuto tagliarmi le dita», in ogni caso comunicando per immagini. Invece le parole? «Sono più dirette e definitive, non puoi più tornare indietro». Parole dai colori forti? «Quelle che pensavo io, da non potersi dire». Anche una giacca rossa Triple RRR è forte: «È uno statement, che ognuno vede e vive come vuole».

«In mezzo alle persone sono un polo d’energia, ma per ispirarmi devo stare solo»