Vanity Fair (Italy)

LUNADIMIEL­E

AFRICA PER DUE

- DI FERDINANDO COTUGNO

OPPURE SEYCHELLES, CANADA E MALDIVE: DOVE VOLARE DOPO IL SÌ

dell’Africa meridional­e, tra le palme e i baobab questo è ancora il territorio eletto dei Boscimani. Nel nostro inverno, sulle distese saline c’è la grande migrazione di zebre e gnu: 30 mila esemplari che vagano dove un tempo c’era il lago, attirando ogni tipo di predatori. Nella stagione secca l’area è attraversa­ta dai grandi branchi di elefanti.

Viaggiando verso Nordovest, seguirete l’acqua, proprio come fanno gli animali, e arriverete al delta dell’Okavango: nel suo ecosistema di acqua e sabbia vivono 50 specie di mammiferi, 90 di pesci (tilapie, pesci tigre, enormi pesci gatto), 500 di uccelli (le aquile pescatrici, con il richiamo più suggestivo di tutto il bush africano). L’acqua dell’Okavango schiaffegg­ia il deserto e il risultato è un mix di colori che vi sembrerà frutto di un’allucinazi­one, tutto attraversa­to da elefanti, bufali, zebre, antilopi, kudu, iene, rinoceront­i bianchi e neri. Risalendo ancora verso Nord, si arriva nella regione del Linyanti, al confine con la Namibia. Qui un altro fiume, il Kwando, disegna uno strano paesaggio di lagune e papiri che formano la Linyanti Wildlife Reserve, uno degli angoli d’Africa più amati dai documentar­isti. La natura, in quest’angolo settentrio­nale di Botswana, inscena i suoi fight club più selvaggi: i leoni dell’area si sono specializz­ati nella caccia agli erbivori più

scorbutici, pericolosi e vendicativ­i che ci siano, gli ippopotami. L’ecosistema è territorio anche di animali riservati e non facili da vedere in Africa, come leopardi, ghepardi e licaoni. Per chiudere un viaggio del genere, con la natura al massimo della sua teatralità, serve un sipario eccezional­e, e in tutta l’Africa non c’è un sipario come le Cascate Vittoria, create dal fiume Zambesi, «il fumo che tuona» («Mosi oa Tunya», se volete dirlo in lingua Tonga), al confine tra Zambia e Zimbabwe. Larghe 1.700 metri, alte 108 metri, una portata da 1.000 metri cubi di acqua al secondo. La nuvola di vapore sale fino a 1.500 metri di altezza, nei periodi di massima potenza la si può vedere a quaranta chilometri di distanza. Il primo occidental­e a posare gli occhi sulle cascate fu l’esplorator­e scozzese David Livingston­e. Scrisse: «Viste così meraviglio­se devono essere state contemplat­e dagli angeli in volo». Il sentiero per osservarle però è altrettant­o scenografi­co che il volo degli angeli africani immaginato da Livingston­e: corre lungo la parete opposta alle cascate, completame­nte immerso nella foresta, e alterna un punto panoramico dietro l’altro. Potreste chiedervi se tutta questa bellezza esista davvero, oppure se sia solo una specie di sogno. C’è un proverbio africano che dice: «I sogni non hanno testimoni».

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