L’importanza del mango
Una pianta adulta riesce ad assorbire circa 700 chili di anidride carbonica. Per coltivarla in Kenya basta una T-shirt, con un messaggio particolare
A vete presente la storia del granello di sabbia che rotolando diventa sempre più grosso? Ogni gesto, seppur piccolo, sommato ad altri può portare il granello a diventare masso. È questa la filosofia del progetto #StartWithATree lanciato da Pinko in collaborazione con Treedom.net, che ha come obiettivo la realizzazione di una piantagione di circa 200 ettari in Kenya, per un totale di 10 mila alberi da frutto. Acquistando una T-shirt, rigorosamente di cotone organico italiano e personalizzabile con un messaggio di impegno, si compra automaticamente un albero su Treedom: una specie di e-commerce per la riforestazione mondiale, che permette anche di monitorare la crescita della pianta scelta. «Il nostro obiettivo è quello di fare qualcosa di concreto partendo da una piccola azione», spiega il presidente di Pinko, Pietro Negra. «Il progetto è bello perché è un circolo virtuoso che si autoalimenta: le piante verranno accudite nella crescita dalle popolazioni indigene locali, che poi godranno dei frutti prodotti. È un’operazione di mecenatismo ambientale, ma anche sociale: mango, banano, ciliegio africano, avocado e macadamia, 10 mila alberi da frutto sono un fattore economico significativo per la comunità che ne beneficia, che in questo caso sarà di circa 300 famiglie». Senza contare che una piantagione di tali dimensioni è in grado di assorbire 4 mila tonnellate di anidride carbonica: un quantitativo pari al contenuto di 850 piscine olimpioniche. Tenere a bada il livello di anidride carbonica è una priorità, e operazioni come questa sono un buon modo per le aziende di compensare l’inquinamento prodotto. «Questa T-shirt per noi rappresenta non solo un invito ad agire, ma anche a manifestare l’impegno: è importante che ci sia più sensibilizzazione sulle problematiche ambientali. Le nuove generazioni lo hanno capito».