Alle radici del caos
C’è un motivo se non si svegliano mai, se tengono il muso e sono inaffidabili: è lo sviluppo cerebrale. Un nuovo saggio spiega, con esempi, perché i teenager sono «nell’età dell’innocenza»
Gli adolescenti non sono piccoli adulti impazziti in preda a una tempesta di ormoni. Ma esseri a sé stanti con comportamenti dettati da un cervello in via di trasformazione. Ne è convinta Sarah-Jayne Blakemore, professoressa di Neuroscienze Cognitive all’University College di Londra, che ha dedicato all’argomento anni di studi e il libro rivelazione Inventare se stessi. Cosa succede nel cervello degli adolescenti, conteso in Gran Bretagna da 12 editori e pubblicato in Italia adesso da Bollati Boringhieri (pagg. 246, € 24). Quando inizia e quando termina l’adolescenza? «Comincia con la pubertà e si conclude quando si consegue un ruolo stabile e indipendente nella società». Che cosa caratterizza il cervello di un adolescente? «Il cervello cambia molto durante l’adolescenza, sia da un punto di vista funzionale che strutturale: la materia grigia raggiunge l’apice al termine dell’infanzia, ma durante l’adolescenza si riduce del 17%. Questo cambiamento evidente nella corteccia prefrontale ha ripercussioni sul comportamento, perché riguarda un’area del cervello responsabile di pianificazione, processo decisionale, inibizione di reazioni inappropriate, autoconsapevolezza e interazione sociale». Perché succede? «Per utilità. Le sinapsi – i collegamenti che si producono durante l’infanzia fra tutti i neuroni –, se sono inutilizzate, vengono eliminate. Le più utili, invece, si fortificano. Il cervello finisce con l’essere plasmato dall’ambiente in cui si vive». Mi può fare un esempio? «Sinapsi deputate a elaborare nella primissima infanzia determinati suoni possono essere eliminate se non si sentono quei suoni. Per esempio, ci sono fonemi in mandarino che non ricorrono in nessuna lingua europea, per cui se cresciamo in un contesto europeo e non siamo esposti a quei suoni con l’età perdiamo la capacità di distinguerli o percepirli». Che consiglio darebbe al genitore di un adolescente? «Siate più comprensivi. I cambiamenti che il loro corpo e il cervello stanno attraversando spiegano in parte il loro comportamento. Per esempio, se non si svegliano per andare a scuola, un motivo c’è: durante la pubertà, la melatonina – l’ormone che induce il sonno – viene prodotta due ore più tardi rispetto all’infanzia e all’età adulta. Ecco perché i teenager si addormentano e si svegliano più tardi. Oppure: più che dare castighi, premiate. L’area del cervello associata alla ricompensa è più attiva negli adolescenti, che imparano meglio con i premi che con le punizioni, a differenza degli adulti».