Vanity Fair (Italy)

Qualcuno salvi Kanye West

Il rapper marito di Kim Kardashian twitta a gogò. Loda Trump, litiga con la suocera, perde milioni di follower. Perché «pensa libero», dice. E non è il solo a «crollare»

- di STEFANIA SALTALAMAC­CHIA

Che cosa succede a Kanye West? Nelle ultime settimane il rapper (e marito di Kim Kardashian) ha – in ordine sparso – litigato «animatamen­te» con la suocera Kris Jenner; ammesso di essersi sottoposto a una liposuzion­e che l’ha poi reso dipendente dagli antidolori­fici; interrotto i rapporti con i manager, l’avvocato, gli amici più stretti; lodato pubblicame­nte come mai prima il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump; definito, dopo essere sempre stato portavoce dell’identità afroameric­ana, la schiavitù «una scelta»; indossato il cappellino rosso MAGA (Make America Great Again). Il 40enne, che era stato ricoverato nell’autunno 2016 per un crollo nervoso, sostiene che le sue ultime uscite controvers­e dipendano dal suo pensare «in modo libero». Non tutti (moglie compresa) ne sono convinti, ma concordano nel porre al centro della sua «furia compulsiva» Twitter. Un segno che i social, per come oggi vanno le cose, sono anche il termometro del nostro benessere mentale. West, che aveva chiuso il suo profilo (@ kanyewest) nel maggio 2017, è tornato online il 14 aprile 2018. Col botto. Da allora ha scritto (quasi) ogni giorno più di 150 messaggi, un «flusso di coscienza» che ha fatto oscillare, tra un post e l’altro, i follower da 17 a 28 milioni e viceversa. Che si tratti di un tweet pro-Trump («Lo amo, è mio fratello») o di una frase motivazion­ale («Diffondi l’amore, rimuovi la paura»), Kanye non fa differenza. Codice rosso.

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