Qualcuno salvi Kanye West
Il rapper marito di Kim Kardashian twitta a gogò. Loda Trump, litiga con la suocera, perde milioni di follower. Perché «pensa libero», dice. E non è il solo a «crollare»
Che cosa succede a Kanye West? Nelle ultime settimane il rapper (e marito di Kim Kardashian) ha – in ordine sparso – litigato «animatamente» con la suocera Kris Jenner; ammesso di essersi sottoposto a una liposuzione che l’ha poi reso dipendente dagli antidolorifici; interrotto i rapporti con i manager, l’avvocato, gli amici più stretti; lodato pubblicamente come mai prima il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump; definito, dopo essere sempre stato portavoce dell’identità afroamericana, la schiavitù «una scelta»; indossato il cappellino rosso MAGA (Make America Great Again). Il 40enne, che era stato ricoverato nell’autunno 2016 per un crollo nervoso, sostiene che le sue ultime uscite controverse dipendano dal suo pensare «in modo libero». Non tutti (moglie compresa) ne sono convinti, ma concordano nel porre al centro della sua «furia compulsiva» Twitter. Un segno che i social, per come oggi vanno le cose, sono anche il termometro del nostro benessere mentale. West, che aveva chiuso il suo profilo (@ kanyewest) nel maggio 2017, è tornato online il 14 aprile 2018. Col botto. Da allora ha scritto (quasi) ogni giorno più di 150 messaggi, un «flusso di coscienza» che ha fatto oscillare, tra un post e l’altro, i follower da 17 a 28 milioni e viceversa. Che si tratti di un tweet pro-Trump («Lo amo, è mio fratello») o di una frase motivazionale («Diffondi l’amore, rimuovi la paura»), Kanye non fa differenza. Codice rosso.