Vanity Fair (Italy)

Le canzoni nascono da sole

È la new entry della band del tour di Vasco. Ma BEATRICE ANTOLINI è prima di tutto una cantautric­e curiosa. Per esempio, ha riprodotto la Luna nel suo studio, dove magicament­e «arrivano» già fatte le sue composizio­ni

- di ENRICA BROCARDO

Luscita del suo nuovo album e la chiamata di Vasco Rossi che l’ha voluta come corista (al posto di Clara Moroni) e polistrume­ntista per il suo tour che parte il 1° giugno all’Olimpico di Torino. È successo quasi in contempora­nea, lo scorso febbraio, racconta Beatrice Antolini. «Sono onorata, lo considero una persona vera, libera». Trentacinq­ue anni, di Macerata ma con l’accento bolognese, in poco più di dieci anni ha già realizzato sei album. Tutti «fatti in casa», nel senso che li ha suonati, cantati, arrangiati e prodotti. L’ultimo si intitola L’AB. «Come le iniziali del mio nome e cognome ma anche come Lab, ovvero laboratori­o di ricerca musicale e interiore. Perché sono una persona molto curiosa, voglio imparare a fare cose nuove». Per esempio, ha imparato a trasformar­e il suo studio, nel piano interrato di casa, in una specie di Luna. «Con il polistirol­o e la pasta modellabil­e ho riprodotti i crateri». È lì che «arrivano» le sue canzoni. Musica e parole insieme. «Come se provenisse­ro già fatte da chissà dove. Una magia. Spero di non sembrare un’invasata ma è così che funziona. Ed è una fortuna che devo impegnarmi a onorare ogni giorno». Le chiedo se, per riuscirci, abbia un’idea, un pensiero in particolar­e che la guida nella vita. «Sì. Mi ripeto spesso: “Guardati dal di fuori”. Mi serve a evitare certe reazioni meccaniche che non mi piacciono. Per esempio, a non innervosir­mi nel traffico. La gente tende a diventare aggressiva quando è in coda. Io faccio il possibile per non farlo. È quasi una forma di meditazion­e».

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