Il massaggio del vento
Dopo aver conquistato le celebrity, sta affollando i profili Instagram dall’Australia a noi: è il gua sha, trattamento con radici nella medicina tradizionale cinese che sfrutta l’energia delle pietre dure
L’unica avvertenza è di non farlo il giorno prima di indossare il costume da bagno: potrebbero pensare che vi hanno preso a frustate. In realtà, i segni rossi sulla pelle lasciati da questo tipo di massaggio sono effetti benefici e temporanei. Parliamo del gua sha, pratica molto diffusa in Asia, che fa parte della medicina tradizionale cinese fin dalla dinastia Tang (600 d.C.). In Vietnam, per esempio, lo chiamano cao gió che significa «raschiare via il vento». Come spesso capita con la riscoperta di antiche tecniche naturali, il gua sha è diventato una moda quando alcune celebrity, fra cui Gwyneth Paltrow ed Elle Macpherson, 54 anni (a sinistra), lo hanno provato raccomandandolo. Gua significa «raschiare», sha è l’arrossamento che ne deriva. Può essere praticato su tutto il corpo in corrispondenza dei meridiani energetici, ma non dove vi sono lesioni cutanee. Dopo aver cosparso la pelle con olio, la si sfrega con una tavoletta di giada, corno o pietra seguendo punti e canali precisi finché compaiono dei segni rossi. A un primo colpo d’occhio potrebbero sembrare capillari rotti o lividi, in realtà è l’effetto dell’ossigenazione dei tessuti e, infatti, il rossore se ne va nel giro di tre giorni, mentre i benefici, tra cui sollievo a dolori muscolari e una sensazione di relax, compaiono dal primo trattamento. «La stasi del Qi, ovvero dell’energia interna e del sangue, è causa di dolori. In particolare, lo stress emotivo e lavorativo, l’eccesso di cibo, l’insufficiente attività fisica e la mancanza di sonno affaticano il corpo intasandolo di tossine», spiega Tian Hong, dottoressa che pratica e insegna il gua sha presso l’Asimtc di Milano (Associazione studi internazionali per lo sviluppo e la tutela della medicina tradizionale cinese). È proprio secondo la medicina cinese che «questi rifiuti metabolici ostacolano il flusso sanguigno a danno del microcircolo e, alla lunga, causano malattie. Grazie allo sfregamento, il gua sha attiva i punti meridiani del corpo, regola l’equilibrio dello yin e dello yang, libera la stasi dei fluidi, migliora la dilatazione dei vasi sanguigni, accelera la circolazione linfatica, ossigena i tessuti e aiuta a eliminare le tossine. I benefici sono quindi molteplici». La quantità di segni rossi che compaiono sul corpo, si dice che dipende dal grado di malessere: «Più è grave il disturbo locale, più è ampia la formazione delle petecchie e il loro riassorbimento. Per questo il gua sha viene praticato anche come prevenzione», dice Hong. Riguardo agli strumenti, ne esistono di tre tipi: «Anticamente si usavano monete e cucchiai di porcellana. Ora si privilegia la pietra di meteorite per migliorare la circolazione sanguigna, il corno di bufalo per sciogliere i ristagni e ossigenare il sangue, la giada per equilibrare yin e yang, togliere l’infiammazione e liberare i meridiani».
«Il gua sha attiva i punti meridiani del corpo e regola l’equilibrio tra yin e yang»