La sconfitta dell’ulivo
L’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europea per l’emergenza xylella. Emilio Stefani, guru del batterio, spiega perché
L'emergenza xylella poteva essere prevenuta», spiega Emilio Stefani, un guru del batterio (Xylella fastidiosa), tra i primi a occuparsene. «Negli anni ’90 ci fu un allarme in Francia, rivelatosi infondato, dove notarono sintomi pericolosi su materiale importato dall’Italia». Il rappresentante del ministero delle Politiche agricole all’agenzia europea per la protezione delle piante volò a Parigi e effettuò i primi test. Nel 1996 era in Kosovo, quando fischiavano le pallottole: «Altra segnalazione, non confermata». Poi in Turchia: «Tre casi, il primo nel 2005, su un mandorlo». Poi Iran («altro campanello d’allarme») e Libano («altra balla»). Ora, dopo il deferimento alla Corte di giustizia europea, l’Italia rischia pesanti sanzioni per non aver abbattuto in tempo le piante malate. Sradicare gli ulivi infetti è l’unica strada percorribile? «L’Europa non ci chiede di abbatterli tutti. In alcune aree non si può più far nulla. Verso Bari, invece, gli ulivi infetti sono ancora pochi: lì dobbiamo eradicare, per creare una sorta di cordone protettivo». I troppi vincoli però rallentano le procedure... «Il problema sono i vettori della malattia. In Puglia la loro estrema mobilità costituisce il maggiore fattore di pericolo. Per questo indugiare è letale». Per debellare l’agente patogeno non è sufficiente combattere questi vettori? «Si tratta senz’altro di una strategia in grado di ottenere dei risultati. Questa soluzione però viene osteggiata per via dei timori legati all’uso degli insetticidi. Diversi sindaci hanno vietato con ordinanze l’impiego di fitofarmaci». Che altro si può fare? «Non esiste un principio attivo sistemico in grado di eliminare il batterio. Poiché questo vive all’interno delle piante, il rame non è consigliato. È possibile però gestire gli uliveti con pratiche agricole sostenibili, tecniche corrette di potatura e gestione del terreno». È una battaglia persa? «Si può arrivare a convivere con il batterio ostacolandone la diffusione verso nord e considerando anche varietà nuove di ulivo tolleranti al germe. Ma è tardi per eliminare la xylella per sempre».