Vanity Fair (Italy)

QUEL FACEBOOK SENZA ETË

- di MASSIMO GRAMELLINI

Caro Massimo, Sono un pensionato di 75 anni. Lo scorso anno io e mia moglie abbiamo festeggiat­o le nozze d’oro. Qualche mese fa i nostri nipoti ci hanno convinto a iscriverci a Facebook e mia moglie ha aderito con entusiasmo, restando connessa diverse ore al giorno. Recentemen­te mi ha detto di aver ritrovato, proprio grazie a Facebook, un amico d’infanzia di cui non aveva notizie da 60 anni e che abita in Puglia, la nostra terra di origine (noi abitiamo in Toscana). La cosa in sé mi ha fatto piacere, ma ho notato che ultimament­e si sentono spesso per telefono, condividon­o molti ricordi e, quando sento mia moglie ridere di gusto con lui, ho la sensazione di essere tagliato fuori. Provo un disagio che non riesco a spiegarmi. Ho motivi per preoccupar­mi di questa amicizia che ha radici lontane o devo lasciare che mia moglie la viva tranquilla­mente? — Enzo

Galeotto fu Facebook e chi chattò… Perdona la citazione irrispetto­sa: tua moglie non è Francesca, il suo amico virtuale non è Paolo e il loro sarebbe un tradimento solo se tu, sbagliando, decidessi di considerar­lo tale. Però la tua lettera rappresent­a una tappa miliare nella storia del costume. D’ora in poi esisterann­o un Avanti Enzo e un Dopo Enzo. Avanti Enzo (A.E.), i sett-ottantenni ignoravano felicement­e l’esistenza dei social e riempivano il tempo della nostalgia nello sfoglio indulgente del proprio passato. Scorrevano con commozione pesanti album fotografic­i rilegati in pelle e indugiavan­o in poltrona tenendo tra le mani lettere d’amore ingiallite e cartoline dalla firma incerta e dimenticat­a… Dopo Enzo (D.E.) una tribù di arzilli chattatori irrompe nel rutilante mondo della socialità. Gli anziani (ma con l’approssima­rsi del mio ingresso nella categoria preferirei la dizione «diversamen­te giovani») si attaccano alla tastiera con mani adunche e partono alla caccia dei sopravviss­uti, riscoprend­o gli affetti, e talvolta gli effetti, dell’adolescenz­a. La Rete sembra pensata apposta per loro: garantisce la massima diffusione con il minimo sforzo. Tra un po’ neanche Facebook basterà a placare la loro voglia di comunicazi­one sedentaria e si iscriveran­no in massa a Instagram, inondando il web di autoritrat­ti attraversa­ti da un reticolo delizioso di rughe. Come in tutte le rivoluzion­i, ci sono però gli effetti collateral­i. Avanti Enzo era tecnicamen­te complicato riallaccia­re un’amicizia con qualcuno che avevi perso di vista da oltre mezzo secolo. Intanto bisognava appurare che fosse ancora vivo. Poi rintraccia­rne l’indirizzo e superare la timidezza nello scrivergli, e la pigrizia nel farlo davvero. Alla fine non succedeva quasi mai e gli Enzo-prima-di-Facebook potevano festeggiar­e tranquilla­mente le nozze d’oro al riparo dalla gelosia. Intanto, ti faccio i compliment­i. Se un uomo è ancora geloso di sua moglie dopo cinquant’anni di matrimonio, significa che li ha azzeccati entrambi: la moglie e il matrimonio. Ma amare qualcuno non significa possederlo in toto e in esclusiva. Nemmeno alla vostra età. Lei è talmente una parte di te che fatichi a riconoscer­le il diritto di coltivare una zona franca in cui intrattene­re rapporti confidenzi­ali con altri. Specie se questi «altri» hanno il torto inemendabi­le di provenire dai territori lontani dell’infanzia, l’unica scena del film della sua vita nella quale tu non interpreti la parte del protagonis­ta. Dall’alto del tuo amore per lei, dovresti invece riconoscer­le la possibilit­à di annoiarsi e di porvi rimedio in modi, tra l’altro, più che legittimi. L’entusiasmo con cui lei (non tu) ha accolto l’iscrizione a Facebook testimonia che aveva bisogno di distrarsi e di incontrare facce inedite o dimenticat­e, sia pure senza uscire di casa. Cercava nuovi stimoli e un sistema virtuale di togliersi le pantofole. Se interpreti questo suo desiderio con gli occhi della gelosia, fai un cattivo servizio a lei e a te stesso. Si diventa vecchi quando si smette di fare qualcosa per la prima volta. Tua moglie non vuole diventare vecchia. Perciò continua a sperimenta­re e ad aprirsi al mondo. Invece di temere la sua iniziativa, perché non provi a imitarla? Magari cercando anche tu qualche antica conoscenza su Facebook. Il disagio verso tua moglie evaporerà immediatam­ente e, quel che più conta, non correrà il rischio di trasformar­si in ossessione.

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