Vanity Fair (Italy)

Un mistero chiamato Melania

Prigionier­a di un marito-padrone o moglie devota? A un anno dal suo arrivo alla Casa Bianca, e dopo un’assenza pubblica di circa un mese, la First Lady continua a essere un personaggi­o quasi illeggibil­e. Ecco cosa pensano di lei amici, politologi e giorna

- di SERENA DANNA

Èprobabilm­ente il personaggi­o più misterioso mai entrato alla Casa Bianca, l’unico in grado di attirare sul suo conto narrative opposte: per i liberal, Melania Trump è prigionier­a di un marito sessista e psicopatic­o che manda messaggi in codice per essere salvata (per questa versione c’è addirittur­a un hashtag: #freeMelani­a); per il popolo di Fox News, è una brava moglie devota alla famiglia. Di sicuro – dice Elizabeth Mehren, esperta di First Lady per il Los Angeles Times – «la sua riservatez­za e il suo profondo senso della privacy la rendono diversa da tutte le altre che hanno occupato quel ruolo pubblico prima di lei». I suoi gesti si prestano spesso ad ambigue interpreta­zioni. Di recente è sparita per più di tre settimane dai riflettori: la motivazion­e ufficiale – un periodo di convalesce­nza in seguito a un’operazione chirurgica a un rene – non è servita a rassicurar­e i media, al punto che, per calmare le voci sempre più insistenti di un abbandono del tetto coniugale a causa dei continui scandali sessuali del marito, la First Lady ha rassicurat­o tutti su Twitter sulla sua permanenza alla Casa Bianca. Qualche giorno dopo, ha smentito con una nota ufficiale Rudolph Giuliani, appena entrato nello staff legale del presidente, il quale – commentand­o il caso della pornostar Stormy Daniels che avrebbe avuto una relazione con Trump occultata per 130 mila dollari – aveva sostenuto che Melania fosse al 100% dalla parte del marito. La stessa donna che aveva definito «boy talk», discorsi da maschi, le parole offensive del marito sulle donne emerse durante la campagna elettorale non permette più a nessuno di attribuirl­e clemenza. T uttavia, più delle azioni, è quello che non fa (o che non ha fatto) ad alimentare il suo mistero: Melania non ha partecipat­o alla campagna elettorale di Donald e per i primi sei mesi di presidenza non si è trasferita alla Casa Bianca. Accompagna di rado il marito alle occasioni ufficiali – dai summit internazio­nali allo storico incontro con il leader nordcorean­o – e, quando lo fa, rimarca sempre la sua autonomia. Al Discorso sullo Stato dell’Unione, per esempio, vestita interament­e di bianco, ha raggiunto Capitol Hill in una vettura diversa da quella di Trump, per sedersi al suo posto un minuto prima dell’inizio. In quell’occasione, sono stati in molti a notare che la scelta dell’abito (firmato Dior) ricordasse il gesto di protesta delle deputate democratic­he, che al primo discorso di Trump al Congresso si erano vestite di bianco contro il neopreside­nte. «Il mistero dipende solo dal fatto che è una persona molto riservata», rassicura Guido G. Lombardi, conoscente di lunga data dei Trump che condivide con loro la residenza alla Trump Tower e quella in Florida. «I media le hanno dato contro dal primo giorno. Lei non è come Donald che sa prenderli di petto,

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