Body message
Meno muscoli, corpi più armonici e maggiore attenzione alle emozioni: il nuovo maschio alfa ribalta gli stereotipi machisti e abbraccia la propria complessità. In fatto di estetica sa cosa vuole, specie riguardo a barba e capelli. E lo esprime in «millime
di ROSSELLA FIORE foto SERGE GUERAND
SSe da mobile la donna è diventata acrobata, l’uomo moderno è in crisi, nel senso etimologico della parola: dal greco krisis, scelta, momento di decisione. Dagli ultimi studi emerge infatti un’identità maschile difficile da incasellare, sempre più complessa rispetto alla distinzione dei ruoli, alle scelte di vita e alle richieste, non da ultimo cosmetiche. «Il modello del dopobarba per l’uomo che “non deve chiedere mai” non esiste più: il bello e dannato delle pubblicità ha lasciato il posto a giovani uomini, spesso padri, dall’attitude amorevole anche e soprattutto verso se stessi. La figura del maschio freddo e distante è stata soppiantata da quella di un uomo che non ha paura di mostrare la propria emotività e l’attenzione verso il corpo, a volte rasentando il narcisismo», spiega Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro di Milano. Guardandoci intorno è impossibile non notare un cambiamento degli «attributi» maschili. «Un tempo gli aggettivi che identificavano la virilità erano legati prima di tutto alla competenza e alla prestanza. Oggi invece c’è anche una grande considerazione dell’estetica. Questo perché viviamo in una società «liquida», in cui sono in atto grandi cambiamenti nei rapporti e nei ruoli uomo-donna e, in mancanza di valori forti, l’immagine ha preso il sopravvento sull’identità. Il corpo viene pertanto iperinvestito di attenzioni e significati». Mentre parliamo di neo femminismi, di quote rosa (al lumicino) e di nuovi ruoli della donna nella società, gli uomini sono alla ricerca di punti di riferimento. «Finalmente possiamo andare oltre gli stereotipi. Pensiamo ai papà di oggi, a spasso con gli amici e la carrozzina. È una conquista. Non esistono coordinate precise per essere un vero maschio perché non c’è la necessità di definirsi in base al genere e alle preferenze sessuali. L’identità maschile è tutta da scrivere», sostiene Lancini. Un fenomeno allo studio degli psicologi, ma che al mercato cosmetico è chiaro già da qualche anno, come ben raccontano i numeri. Secondo i dati di Cosmetica Italia riferiti al 2017, infatti, il consumo maschile di prodotti di bellezza incide per il 24% sulla spesa totale e ha un valore di più di 10 miliardi di euro. Un dato in crescita costante che stando alle previsioni dell’agenzia Ernst & Young arriverà nel 2020 a valere circa 61 miliardi di dollari a livello globale. Nel paniere for him, in testa troviamo saponi, schiume e gel da barba. Ma sono sempre più richieste le creme antirughe e i contorno occhi, a conferma del fatto che i segni di invecchiamento sono cruccio gender free.
Ossessioni virili, vecchie e nuove
Si faceva presto a dire «barba e capelli», vent’anni fa. «Oggi i rituali della barberia si sono allungati, arrivando a durare anche oltre l’ora, tra oli, maschere, panni caldi e freddi. Gli uomini vivono l’appuntamento in salone come un me moment rilassante, durante il quale capita persino che qualcuno si addormenti», dice Emanuele Giannini, direttore marketing di Bullfrog. Altri, invece, si danno alle chiacchiere, perché dal barbiere è più facile che dal parrucchiere per signora: «Ci faccia caso: spesso dal parrucchiere le sedie sono fisse e le donne sono costrette a parlare con il coiffeur guardandolo riflesso nello specchio. Nei barber shop, invece, la poltrona è mobile: è il barbiere che è fisso. Capita allora che i clienti si trovino faccia a faccia e che, grazie alla complicità della mantellina che nasconde il completo da broker o il chiodo da motociclista, nascano conversazioni senza filtri tra persone con ruoli
molto diversi nella scala sociale. Il tema principe restano le donne, a seguire lo sport». Ma se il clima tra clienti è informale, quando si parla di regolazione del taglio i toni si fanno professionali. «Pensi a quanto sono precisi gli uomini in fatto di macchine e orologi. Ecco, lo diventano anche dal barbiere. Un tempo si facevano consigliare, oppure portavano con sé le foto prese dai social. Oggi, avanzano richieste come: “I lati li voglio a due millimetri, la barba a 5, ma sfumata, e con dei punti luce vicino alle orecchie”», continua Giannini. Customizzazione è la nuova parola d’ordine. Perché lo stile hipster tout court pare essere in decadenza. Ma non la barba: «È sempre molto amata, perché valorizza un po’ tutti, soprattutto i calvi. Oggi, però, si parla di barbe-contouring, come la Boxed Beard, che crea l’illusione di avere una mascella importante. Diverse sono invece le richieste dei più giovani, tra i quali è di tendenza lo stile Twink, completamente glabro, quasi adolescenziale», conclude Giannini. Le vere ossessioni degli uomini, però, restano i capelli (in caduta libera) e il tempo che passa. Per questo richiedono tagli camouflage e prodotti anticaduta. «La calvizie è la prima preoccupazione, ma anche borse, occhiaie e i primi segni del tempo sul viso sono un cruccio che sempre più ci viene confidato», aggiunge Oscar Lasarte, brand manager di Depot.
Il workout di Adone
Lontani dagli osservatori demografici, del mutamento dell’universo maschile se ne sono accorti anche i personal trainer in sala pesi. «Da dieci anni a questa parte abbiamo assistito a una trasformazione radicale nei fisici e nelle richieste di piani di allenamento. Questo perché i canoni di riferimento sono cambiati e non solo per gli uomini», spiega Andrea Giannetti, personal trainer di Audace Palestre. Addio ai super muscoli fasciati in canottiere striminzite, i nuovi uomini rincorrono l’ideale greco di equilibrio e proporzione. «L’obiettivo è avere una silhouette asciutta, ma soprattutto armonica. Corpi tonici e definiti hanno sorpassato il vecchio ideale del macho palestrato», dice Giannetti. La sala pesi resta il centro del workout e teatro della vanità maschile, ma viene vissuta diversamente. «La pesistica è ancora molto richiesta, ma è più dinamica rispetto a un tempo. Si stanno diffondendo sempre più allenamenti di gruppo e a corpo libero con manubri, bilancieri e kettlebell, così come sono molto richiesti il Functional training e la boxe, a cui partecipano sempre più donne», conclude Giannetti. Saremo anche in piena crisi del maschio alfa, ma il tema dello sconfinamento tra abitudini di genere e tra i ripiani dell’armadietto porta con sé un che di liberatorio che farà bene a tutti.