L.A. WOMEN IN FILM La festa degli Oscar «femministi»
Alexandra Shipp è il nuovo sogno americano. Pelle nera, figlia di una madre single (bianca), è intelligente, bella, magnetica. Con qualche lacrima e molte battute sferzanti, ha dominato la serata dei Crystal + Lucy Awards, gli Oscar «femministi» organizzati a Los Angeles da Women In Film, associazione che si occupa da 45 anni di una serie di temi che sono diventati di moda davvero solo recentemente: parità di salari e trattamenti, lotta a ogni comportamento offensivo e sessista, valorizzazione di talenti femminili. Alexandra, 26 anni, lanciata da X-Men, da molti paragonata a Halle Berry, ha vinto il Max Mara Face of the Future, premio che in passato è andato ad attrici come Emily Blunt o Zoe Saldana e che segnala giovani emergenti che non siano solo brave e indossino bene gli abiti da red carpet, ma che abbiano personalità e stile.
Per tradizione, prima della cerimonia, c’è sempre un cocktail party offerto da Max Mara nel giardino dello Chateau Marmont. Qui, tra drink profumati e mini hamburger, un plotone di giovani attrici agguerrite (January Jones, Suki Waterhouse e la strepitosa Katherine Langford, una delle protagoniste della serie 13), figlie d’arte (le due rampolle di Demi Moore e Bruce Willis, la figlia di Glenn Close, Annie Starke, che ha appena girato un film con la madre) e Nicky Hilton Rothschild, ciliegina sulla torta in quota socialite. Questa edizione, segnata dall’atmosfera post Weinstein, ha visto salire sul palco anche il premio Oscar Frances McDormand ed Ellen Pompeo alias Meredith Grey, Brie Larson (altro premio Oscar, attivista, determinata) e, infine, Channing Dungey, il cui nome non vi dirà molto ma è la prima donna afroamericana a dirigere un network televisivo, la Abc. Il momento musicale è stato affidato al duo di cantanti Chloe x Halle, prodotte da Beyoncé (e da chi altri se no?). Intanto, a Roma, dall’altra parte del mondo, si celebrava la fondazione della prima sezione italiana di Women In Film. Meglio tardi che mai.