Vanity Fair (Italy)

Sempre più in alto

Dopo un singolo di grande successo, arriva un album «cosmico». Perché per la rivelazion­e del pop BAZZI musica e spazio hanno tanto in comune

- di SIMONA SIRI

Se la parola rivelazion­e ha ancora senso, allora è bene usarla. Vent’anni, americano del Michigan di origini libanesi (ma cresciuto a Los Angeles), alto e magro, Bazzi è il nome sulla bocca di tutti. Il suo singolo di maggior successo Mine – uscito a ottobre 2017 – è diventato un piccolo fenomeno in Rete, un meme, grazie agli utenti di Snapchat che si riprendeva­no usando i versi iniziali della canzone abbinati ai cuoricini. Il suo primo disco, Cosmic, è ipnotico e originale, un pop moderno e multicultu­rale esattament­e come lui. «La produzione e i testi sono molto semplici, la differenza la fanno i dettagli. Il titolo l’ho scelto perché mi rispecchia, e perché musica e spazio hanno molto in comune: entrambi aggiungono profondità e spirituali­tà alla nostra esistenza», racconta. Tra le fonti di ispirazion­e cita Michael Jackson, Prince e Guns’n’Roses: «Mi piacciono i rivoluzion­ari. Il mio obiettivo è lasciare il segno, creare qualcosa che non è mai stato fatto. È un momento bellissimo per fare musica, con la tecnologia a disposizio­ne si possono creare suoni puliti e perfetti, comporre la migliore musica mai composta». A sei anni la prima chitarra: «Non ho mai voluto fare il pompiere o l’astronauta, sempre e solo il musicista. È il mio destino». In giovinezza conosce la fama grazie a Vine. Oggi, insieme al successo, c’è la consapevol­ezza di essere speciale: «Le mie origini sono libanesi, una cultura che sento vicina e che non voglio e non posso dimenticar­e perché mi tiene legato alla mia famiglia. Sono aperto al mondo e la mia musica lo è con me».

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