Vanity Fair (Italy)

CARTOLINE DALLA SARDEGNA

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Un antico castello, un fiume sinuoso, un borgo sulla collina: Bosa è una cartolina spedita dal passato remoto della Sardegna. Pittoresca con le case colorate, le botteghe di filigrana e le cantine di Malvasia, diventa bucolica verso il fiume che corre fra i campi coltivati, verso la chiesa romanica di San Pietro o verso la foce tra vecchie concerie e palazzotti ottocentes­chi. Per un tuffo al profumo di lentisco ed elicriso, Sas Covas, S’Abba Drucche e Compoltitt­u sono vicine. Alta sul litorale corre la statale verso nord: 40 chilometri sospesi sul mare fino a planare lentamente verso Alghero. Anima catalana e cuore sardo, la bella figlia d’Aragona regala un piacevole spaesament­o: la piazza Civica, il campanile gotico, la volta stellare e il chiostro romanico di San Francesco, la cupola in maiolica di San Michele segnano il percorso nella storia dell’Alguer fino alle torri e ai bastioni sul mare, fra ristoranti e caffè, arrivo delle passeggiat­e al tramonto. In lontananza si riconosce il maestoso Capo Caccia, meta di escursioni per mare e per terra lungo scogliere, fiordi e approdi sempre più solitari verso nord, fino all’improvvisa rada di Fornelli: qui il mare diventa trasparent­e come in Polinesia, e così resta fino all’isola di Asinara, ex supercarce­re e oggi Parco Nazionale emblematic­o della bellezza mediterran­ea più integra. Si gira a piedi, in bici o in fuoristrad­a con le guide del parco, e si soggiorna nell’unico ostello dimentican­do almeno per qualche giorno il resto del mondo.

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