LE PUNTURE DI LILLY LA DONNA VESPA
Certo la ricorderete come la misteriosa criminale dell’isola di Lost. Ma oggi Evangeline Lilly si è calata a sorpresa (anche per lei) nei panni di una supereroina molto particolare. Eppure starebbe tanto volentieri a casa, a parlare di fisica quantistica...
Leggera come una farfalla, pungente come una vespa. Evangeline Lilly in Ant-Man and the Wasp interpreta una nuova eroina dell’universo Marvel. «Non volevo farlo all’inizio, pensavo a uno scherzo: l’uomo formica e la donna vespa? Non m’interessava essere un supereroe, poi mi hanno detto tutti che sarei stata pazza a rifiutare, mi sono sforzata di guardare qualche film dei loro e ho capito che erano qualcosa di più di “film di supereroi’’. Hanno un’anima, ho superato i pregiudizi e ho fatto bene. Se si guarda all’essenza del film, si capisce che è una storia di rapporti personali, di famiglia, tra padri e figlie. Sono relazioni fondamentali nella vita di ognuno». Che rapporti ha con i suoi genitori? «Oggi ottimi, dopo alti e bassi, come in tutte le famiglie. I miei stanno insieme e si amano ancora, sono nonni molto dedicati, hanno salvato la mia relazione (con Norman Kali, hanno due figli di 7 e 3 anni, ndr) più di una volta. Loro si prendono i bambini e noi possiamo essere romantici per qualche giorno». Cos’è la famiglia per lei? «Sono sempre stata una solitaria, e passo parecchio tempo a casa. Il legame di sangue mi regala benessere mentale: non si può spezzare, ovunque tu vada, qualsiasi cosa tu faccia. E mi ha insegnato che la famiglia ci sarà sempre, loro per me e io per loro». E lei con i suoi figli? «Cerco di passare gli stessi insegnamenti. Spesso si dà per scontato che due fratelli siano naturalmente uniti e solidali, ma non è così. Quindi insegno loro a prendersi cura reciproca, e ricordo che potrebbero trovarsi in situazioni dove l’unico sostegno che avranno sarà il fratello. Quando il resto del mondo proverà a farti cadere, tuo fratello sarà lì e ti aiuterà a rialzarti. Tra l’altro mi sentivo che avrei avuto tanti maschi, pensavo a sei o sette, poi mi sono fermata. Ci sono sette miliardi e mezzo di persone al mondo, non sarò io a farne altri quattro o cinque». Davvero è solo perché siamo troppi? «Sì, sono conscia della situazione globale, questo mondo è il mio santuario e sono terrorizzata dalle condizioni in cui l’abbiamo ridotto. Stamane guardavo fuori dalla finestra, non c’era una sola nuvola eppure il cielo era grigio. Smog, solo smog. Ho pianto». Sbaglio, o prima stava parlando di fisica quantistica con la sua assistente? «È una mia passione, uno non se l’aspetterebbe da un’attrice. Dopo la scoperta che gli atomi possono essere in luoghi multipli contemporaneamente mi si è aperto un mondo. Possiamo esistere in diversi luoghi nello stesso istante? E gli universi paralleli? Esistiamo su qualcosa di solido e immutabile o di variabile? Domande a cui si può rispondere facendo affidamento sulla scienza o sulla fede, senza sbagliare in nessun caso». A proposito di grandi domande: il cambiamento lanciato da movimenti come #MeToo e Time’s Up è davvero in atto? «Arriverà con la prossima generazione. Pensiamo ai grandi passi dei millenial sull’identità di genere e il modo di affrontarla, in pochi anni e con molto coraggio hanno smantellato l’idea di una società patriarcale, dove il potere era basato sul genere, quello dominante. Ma non possiamo ancora celebrare o essere soddisfatti. C’è tanto da fare, non è solo parlarne sui social media o spillette da sfoggiare sul red carpet».