Vanity Fair (Italy)

L’arte è attrazione

Voleva diventare attrice, poi ha preferito le canzoni. Oggi, mentre in radio passa la sua Copacabana Copacabana, MARIANNE MIRAGE spiega perché, sul palco, la sensualità è coraggio

- di RAFFAELE PANIZZA

CÕ è un corpo giovane che si muove lento sotto le lenzuola della musica italiana. È quello di Marianne Mirage (al secolo Giovanna Gardelli), nata a Cesena 28 anni fa, scoperta da Caterina Caselli e consacrata da Paolo Genovese che le ha chiesto di comporre la title track per il film The Place. «Perché la musica la scrivo così: facendomi dei film», racconta, mentre il suo singolo Copacabana Copacabana inonda di «caipirinha e marijuana» questi ultimi scampoli d’estate. In che momento Marianne prende il posto di Giovanna? «Appena salgo sul palco. Marianne, come la “Marianne” di Francia, è simbolo di libertà. “Mirage” indica la visione, qualcosa che appare e si dissolve, nello spazio di una performanc­e». Sui social gioca molto con la pelle. Nell’arte, a cosa serve la sensualità? «La sensualità è coraggio, ma anche semplicità. Stare in piedi con la chitarra e scostare leggerment­e la gamba sotto il vestito, screpoland­o la voce, come insegnano maestre come Carmen Consoli e Juliette Gréco. L’arte è attrazione. L’attrazione è donna. È tutto collegato». Ha studiato da attrice, perché non ha continuato? «Perché sarebbe stato limitante. Con le canzoni posso creare storie e dar loro la mia voce. Sono una regista che canta le immagini che sogna». E qual è l’evento centrale di ogni suo «film»? «C’è il mio cuore sul punto di essere calpestato, sempre».

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