L’ARTE DEL mix
A metà strada tra l’equazione matematica e l’alchimia, l’ultima frontiera cosmetica si ispira al bartending per creare protocolli di bellezza ultra personalizzati sfruttando la sovrapposizione di formule e attivi. Lo stesso accade in profumeria, dove il g
La tendenza più interessante della cosmetica arriva dai banconi dei club di New York, dove la Mixology Art è un’esperienza (alcolica) per bon vivant esigenti. Tra i bar più quotati, Apotheke, nel quartiere di Chinatown a Manhattan, dove fare il mixologist è una cosa seria. Dimenticate le spettacolari evoluzioni dei flair barman dei primi anni Duemila, giocolieri di shaker e bottiglie: i mixologist sono in camice bianco, compiono gesti ieratici, misurati, come le fiale di cui si servono per miscelare alcolici pregiati, spezie, estratti, infusioni e suggestioni. Il risultato è più di un cocktail, è un elisir personalizzato, irripetibile, che coinvolge tutti i sensi e – non ultimo – dal costo considerevole. Ma ne vale la pena: è un viaggio sinestetico «sul fondo di un bicchiere», per dirla alla Fred Buscaglione. In cosmetica, lo skincare e la profumeria si sono ispirati a questa arte per creare risposte tailor-made alle esigenze della pelle e guardaroba olfattivi unici, studiati come formule matematiche in sintonia con l’ora del giorno, la stagione e il mood. Nella dermocosmetica, la sua applicazione ricorda la velatura, tecnica pittorica amata da Raffaello e Michelangelo, che usa la sovrapposizione di strati sottili di colore per creare effetti spettacolari di luminosità, pienezza e trasparenza.
sono formati per guidare il consumatore verso la creazione del proprio blend. Un percorso tra saponi, creme o oli secchi e fragranze. Tutti di diverse famiglie olfattive». La composizione di un layering olfattivo in autonomia richiede naturalmente una certa competenza che può essere acquisita solo con il tempo e grazie a una genuina passione per i profumi. «Solo con l’esercizio è possibile capire quali note vogliamo esaltare e quali usare come sfumatura. È interessante osservare infatti come al variare della sequenza di creme e profumi l’ensemble cambi. La persistenza e la percezione dei bouquet, infatti, variano in base alla texture del prodotto: creme e oli hanno una formula fondente che li rende più persistenti delle colonie, a base alcolica, e dello shower gel che viene rimosso dall’acqua. Le nostre habitué più esperte usano una fragranza sulla pelle, una sulla camicia e un’altra sull’orlo della gonna». Non resta quindi che indossare il camice bianco dell’alchimista e cimentarsi con ampolle e barattoli per creare la propria formula magica.
«Alcune donne usano una fragranza sulla pelle, una sulla camicia e un’altra sull’orlo della gonna»