Vanity Fair (Italy)

COSÌ È NATA LA STELLA DI GAGA

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Questa volta sul red carpet veneziano, nei panni di protagonis­ta del remake di A Star Is Born firmato Bradley Cooper, indossava uno stupefacen­te abito da sera in piume rosa di Valentino Couture, ma in passato ha sfoggiato anche abiti fatti di bolle di plastica, pupazzi di Kermit la Rana, oro zecchino, lattice, cristallo, cuoio borchiato, carne cruda. Riesce difficile immaginarl­a come la teenager timida, diligente e bullizzata — figlia di un imprendito­re di origine siciliana e di una casalinga — che studiava in una scuola cattolica femminile dell’Upper East Side di New York, eppure Lady Gaga ha raccontato che fino ai diciannove anni era una ragazza insicura alla quale a ogni audizione dicevano: belle canzoni, ma non sei abbastanza carina. Proprio come dicono alla protagonis­ta di A Star Is Born. Solo che Stefani Germanotta il pigmalione lo ha trovato in se stessa, nella sua determinaz­ione, nel suo talento e nella sua creatività. E si è inventata una nuova forma di spettacolo: lo spettacolo di se stessa. Non era facile superare Madonna in estrosità e trasformis­mo, ma Lady Gaga probabilme­nte lo ha fatto. Forse il segreto sta nel naso. Madonna era più bella. Stefani, senza quel naso da far scomparire sotto parrucche bionde, occhi bistrati, costumi pazzeschi, provocazio­ni sempre nuove, sarebbe stata la stessa persona? Probabilme­nte sì. Non si diventa una popstar da milioni di dischi per un naso. Ci vuole un talento straordina­rio, e lei ce l’ha. Ha anche, incredibil­e a dirsi sotto tutte quelle impalcatur­e, una semplicità affascinan­te. Racconta che quando Bradley Cooper è andato a proporle la parte aveva con sé uno struccante e le ha detto: ti voglio acqua e sapone e coi tuoi capelli scuri. Dai frame del film che ho visto, senza trucco e coi suoi veri capelli, è molto più carina ma non è una diva. Non è Marilyn, non è Madonna, non è Barbra Streisand (altro naso), non è Judy Garland. All’inizio della carriera, quando la snobbavano perché non era abbastanza bella, deve essersi detta: ora cambio io le regole del gioco. Ha cominciato a esibirsi nei bar di burlesque in bikini argentati e stivaloni. L’anno prima era la brava ragazza della scuola cattolica, l’anno dopo ballava sui tavoli con un chilometro di ciglia finte. Ha funzionato, ma non avrebbe funzionato senza quella voce, quella grinta e quell’istinto per alzare sempre l’asticella della provocazio­ne. E quella disciplina imparata dalle suore deve esserle servita per sopportare le ore di trucco e parrucco e vestizione che servono per entrare nei panni di Lady Gaga. Non essere noiosa, sii solo una regina Che tu sia povero o ricco, Che tu sia nero, bianco, beige o latino, che tu sia libanese o orientale Nonostante le disabilità che ti ha dato la vita O se sei stato emarginato o bullizzato o preso in giro Gioisci, e ama te stesso oggi, perché tesoro sei nato così Non importa se sei gay, etero o bisessuale, lesbica o trans Sono sulla strada giusta Sono nata per sopravvive­re Sono sulla strada giusta Sono nata per essere coraggiosa Sono bellissima a modo mio perché Dio non fa errori Sono sulla strada giusta tesoro, sono nata così Non ti nascondere nel rimpianto Sempliceme­nte ama te stesso e andrà bene Sono sulla strada giusta tesoro Sono nata così, non c’è nessun altro modo Sono nata così è uno dei suoi manifesti poetici. Il titolo originale è Born This Way, è del 2011. Da allora Lady Gaga non ha mai smesso di essere una diva. Deve essere nata così.

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