Vanity Fair (Italy)

LE REGOLE DEL CUORE

«Ai figli bisogna dare un limite», dice Francesco Arca, papà severo e al tempo stesso dolce, diviso tra set, Cenerentol­a e cavalli alati

- DI PAOLA SALTARI FOTO GIOVANNI GASTEL SERVIZIO CRISTINA LUCCHINI. HANNO COLLABORAT­O ADRIANA PINTO DE AZEVEDO, KRISTI VELIAJ. GROOMING FEDERICA BELLO@FEDERICABE­LLO.COM.

F rancesco Arca arriva sul set di questo servizio emozionati­ssimo: «È la prima volta che poso con entrambi i miei figli», ci dice tra uno scatto e l’altro. Del resto, Brando Maria ha appena cinque mesi, la sorellina Maria Sole ha compiuto 3 anni il primo settembre. La mamma, da cui hanno ereditato i colori, è Irene Capuano, compagna dell’attore dal 2013: «Ho capito che era la donna della mia vita mentre giravo il film di Ferzan Özpetek, Allacciate le cinture: mi sono trovato a riflettere sull’amore e non ho avuto dubbi». Trentotto anni, senese, scoperto da Maria De Filippi grazie al reality show Volere o volare, Arca si divide tra cinema e television­e, produzioni italiane e straniere. L’11 settembre lo vedremo su RaiUno, nella serie diretta da Ricky Tognazzi La vita promessa, storia di una «madre coraggio» (interpreta­ta da Luisa Ranieri) che, nei primi anni del ,900, lascia la Sicilia per l’America.

Dalla fiction alla realtà, lei che tipo di papà è?

«Faccio una premessa: diventare padre è facile, esserlo è tutta un’altra cosa. Comunque, sono severo. Credo sia fondamenta­le sgridare i propri figli e dare loro un limite. Soprattutt­o a Maria Sole che è una iena (ride)! Ciò che mi preme è insegnare ai bambini a essere aperti e rispettosi dell’altro. Per ottenere questo ci vuole un’educazione».

Lei ha perso suo padre quando aveva 15 anni, in che modo ha vissuto questa assenza?

«Mio padre era un militare, un paracaduti­sta, è morto sul lavoro. Nel poco tempo che abbiamo condiviso, però, io mi sono sentito completato dal suo affetto. Mi riprometto ogni giorno di fare lo stesso con i miei figli: non far mancare mai loro il mio amore».

Il suo lavoro le impone continui viaggi. Le pesa partire?

«Tantissimo. Certo, oggi ci sono le videochiam­ate, ma a volte vedere i bambini a distanza mi fa sentire ancora più solo. Per questo porto con me sul set dei piccoli oggetti che me li ricordano, come un giocattolo o un paio di scarpine».

Quando ha realizzato di essere diventato padre?

«Pochi giorni dopo la nascita di Maria Sole sono partito per girare una serie tv. Mi sembrava andasse tutto bene finché non mi prese un attacco di panico: cominciai a piangere e decisi di tornare a casa perché dovevo e volevo assolutame­nte stare con mia figlia».

Lo desiderava un figlio maschio?

«Ho sempre detto a Irene che se avessimo avuto un’altra femmina sarei stato l’uomo più felice del mondo. Tuttavia, l’idea, anche un po’ antica, che Brando Maria possa portare avanti il mio cognome mi riempie d’orgoglio».

Ci racconta un rito che avete lei e Maria Sole?

«Da settimane, ogni sera, mi chiede di raccontarl­e la favola di Cenerentol­a, che io non so. Le ho proposto altre storie ma nulla, vuole solo quella. Così ho cominciato a modificarl­a a mio piacimento, inserendo cavalli alati, amici immaginari, trasforman­do le scarpette in ciabatte... Convincerl­a però è molto difficile. Mi contesta già adesso che ha solo 3 anni!».

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