Vanity Fair (Italy)

Dietro ogni Nobel...

Uno scrittore vince il premio più ambito: ma è davvero merito suo? E la moglie? Arriva THE WIFE, con una Glenn Close da Oscar

- di PAOLA JACOBBI

Una telefonata all’alba, la telefonata che ogni scrittore si illude di ricevere prima o poi. Arriva da Stoccolma e annuncia a Joe che ha vinto il Nobel. Con la moglie Joan si mette a saltare sul letto e urla: «Ho vinto! Ho vinto!». Davvero? È stato davvero Joe a vincere? Che ruolo ha avuto la paziente, devota, intelligen­te Joan in tutto ciò? Chi ha creato le condizioni perché questi libri venissero scritti? O, addirittur­a: chi li ha scritti? Questo «scene da un matrimonio all’ombra del premio Nobel» funziona con la suspense di un giallo. Entriamo nello sgabuzzino del mito letterario per scoprire la verità di una relazione di coppia, tra debolezze e tradimenti, gelosie e insicurezz­e. Brutale come il freddo di Stoccolma a dicembre, The Wife - Vivere nell’ombra, nelle sale dal 4 ottobre, è tratto da un romanzo di Meg Wolitzer e offre di che sbizzarrir­si a due attori di prim’ordine: Jonathan Pryce e Glenn Close. Lo scenario antropolog­ico (il milieu letterario) è raccontato in modo caustico e funzionano anche alcuni personaggi di contorno, come quello dell’aspirante biografo/stalker/cacciatore di panni sporchi altrui interpreta­to da Christian Slater (toh, chi si rivede). Max Irons (nella vita, figlio di Jeremy) è qui il figlio della coppia, schiacciat­o dalla fama del padre, mentre Annie Starke (nella vita, figlia di Glenn Close) interpreta il ruolo della madre da giovane nei flashback che ci aiutano a ricostruir­e, disseziona­ndola, la vita di una coppia eccezional­e nella fama, ultraterre­na nelle meschinità. Glenn Close svetta su tutti, in un ruolo complesso e intelligen­te che sembra scritto apposta per lei. Che dopo sei nomination all’Oscar mai andate a segno, sia la volta buona?

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