Vanity Fair (Italy)

UNA MISCELA ESPLOSIVA

- di ENRICA BROCARDO foto LOUIS CANADAS

Ogni volta che deve prendere l’aereo, qualcuno la ferma per un controllo antiterror­ismo: «Sono la sospettata numero 1». Ma lei va avanti, e dopo aver vinto un talent come cantante, adesso torna al cinema e si mette a insultare Daniel Auteuil

Terza classifica­ta, nel 2009, al talent show Nouvelle Star, versione francese di Pop Idol, due album di successo: Camélia Jordana aveva davanti a sé una carriera musicale già bella spianata. Non contenta, ha deciso di iniziarne anche un’altra, quella dell’attrice, e in un paio di anni ha messo insieme un ruolo da protagonis­ta nella commedia Due sotto il burqa, e uno da coprotagon­ista in Quasi nemici, al cinema dall’11 ottobre, dove fronteggia un veterano come Daniel Auteuil, e per il quale si è aggiudicat­a un premio César come miglior giovane promessa. Anche in questo caso, è una commedia ispirata ai temi dell’immigrazio­ne. Auteuil è un professore cinico, intolleran­te e politicame­nte scorretto. Lei è Neïla, studentess­a della banlieue parigina convinta che l’integrazio­ne e l’emancipazi­one passino attraverso lo studio. La strana coppia si troverà a dover collaborar­e a un concorso di eloquenza. E non tutto andrà liscio. «C’è una scena in cui lo insulto in tutti i modi possibili», racconta Jordana. «Una parte era scritta ma il resto andava improvvisa­to. Ci provo, ma non va bene. “Devi essere più dura. Urlagli che è grasso, che ha un naso che fa schifo, tutte le cattiverie che ti vengono in mente”. E io: è Daniel Auteuil, capite? Non ho il coraggio di trattarlo male. Alla fine, mi sono lasciata andare e gli ho gridato in faccia di tutto. Almeno la metà degli insulti che sentite me li sono inventati sul momento». Ma passiamo a un’altra scena: all’inizio del film, vediamo come i tratti arabi di Neïla non sfuggano agli uomini della vigilanza che la bloccano all’ingresso dell’università, mentre i ragazzi «bianchi» passano indisturba­ti i controlli. Una situazione che Jordana, nonni algerini e genitori naturalizz­ati francesi, ha vissuto spesso. E non su un set cinematogr­afico. «Ogni volta che prendo un aereo sono la sospettata numero uno, quella da sottoporre ai controlli antibomba». Ricorda un episodio in particolar­e? «Uno? Centinaia!». Lei ha cominciato come cantante. Quando ha capito di voler fare l’attrice? «In realtà, sognavo di fare tutte e due le cose, l’attrice e la cantante, fin da bambina, ma non pensavo fosse possibile. Né l’una né l’altra. Ho partecipat­o a Nouvelle Star senza crederci davvero, pensando di tornarmene a casa. Ogni settimana cercavo di divertirmi il più possibile, convinta che sarebbe stata l’ultima. Quando mi sono classifica­ta terza e la Sony mi ha offerto un contratto, ho detto al mio manager: non avrei mai creduto che certi sogni potessero realizzars­i… A questo punto, c’è un’altra cosa che avrei sempre voluto fare: recitare. Così, ho cominciato a fare le prime audizioni». Altri sogni da realizzare? «Dirigere un film. Ho già in mente una storia ma la sceneggiat­ura è ancora da buttar giù. E anche scrivere un libro. Ho un sacco di quaderni pieni zeppi di idee, spunti, progetti. E mi piacerebbe finire le superiori, che ho interrotto dopo il talent, e iscrivermi all’università. Appena rimango incinta lo faccio». È un altro piano al quale sta lavorando? «No, no, dico solo che la gravidanza è un buon momento per riprendere in mano i libri di scuola. Mi piacerebbe studiare storia, scienze politiche». In Francia si batte a favore degli immigrati e interviene spesso ai dibattiti in tv. Ha mai preso in consideraz­ione di entrare in politica? «Non potrei mai. Significhe­rebbe scendere a compromess­i, sacrificar­e almeno in parte i principi in cui credo. Io voglio rimanere me stessa». Come ci riesce al cinema? «Il bello di questo lavoro è che posso diventare chiunque, anche una persona orribile, un killer. Ma se il cattivo fosse l’eroe della storia non potrei interpreta­rlo: non riuscirei a “difendere” un personaggi­o del genere. Inoltre, mi è capitato di rifiutare un film perché era troppo leggero. Non m’interessa spendere il tempo che potrei usare per lavorare alla mia musica per una storia che non significa nulla». C’è qualche trucco da oratrice che ha imparato sul set e che le è tornato utile dopo? «Ci sono due battute che mi sono rimaste impresse. La prima è: “So che un giorno il mio nome sarà legato a qualcosa di importante”. Che, per me, significa: se davvero lo vuoi, se ti ci dedichi con tutta te stessa senza arrenderti mai, raggiunger­ai il tuo obiettivo. La seconda è una citazione da Schopenhau­er: “L’importante non è avere ragione ma convincere”». Bella frase ma un po’ pericolosa, non crede? «Non se la usi per fare qualcosa di buono. Nel mondo di oggi funziona così: vai in television­e e hai due minuti di tempo per portare dalla tua parte il pubblico. Lo stesso sui social network: vince chi si esprime nel modo più orecchiabi­le. La prossima volta che mi inviterann­o a un talk show avrò qualche arma in più per sostenere le mie idee».

 ??  ?? L’ATTRICE PROMESSA Camélia Jordana, 26 anni, francese di origini algerine, cantante e attrice, dall’11 ottobre è in sala con Quasi nemici, per il quale ha vinto il César come miglior promessa del cinema.
L’ATTRICE PROMESSA Camélia Jordana, 26 anni, francese di origini algerine, cantante e attrice, dall’11 ottobre è in sala con Quasi nemici, per il quale ha vinto il César come miglior promessa del cinema.
 ??  ?? Camélia e Daniel Auteuil, 68 anni, in IO E IL ÇPROFÈ Quasi nemici L’importante è avere ragione di Yvan Attal. Nel film, girato alla Sorbona di Parigi, lui è un professore intolleran­te, lei una studentess­a.
Camélia e Daniel Auteuil, 68 anni, in IO E IL ÇPROFÈ Quasi nemici L’importante è avere ragione di Yvan Attal. Nel film, girato alla Sorbona di Parigi, lui è un professore intolleran­te, lei una studentess­a.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy