Prezioso come il tempo
Figlia d’arte, crea gioielli lussuosi ma ribelli, capaci di mille personalizzazioni. La sua ultima sfida è rendere femminile un’icona dell’orologeria maschile
Gioie di famiglia
La sua unica regola è sdrammatizzare: «Non mi prendo mai troppo sul serio. Come quando creo i miei gioielli: uso solo materiali preziosi ma interpretati in maniera casual». Carolina Bucci parla con una leggera inflessione toscana mescolata all’accento inglese. Fiorentina di nascita ma londinese d’adozione, rappresenta la quarta generazione di una famiglia di alti gioiellieri. La linea che porta il suo nome – e che spopola tra le star – è lussuosa e al tempo stesso sempre giocosa. Per capirlo basta vedere i Forte Beads: «perline» di pietre dure colorate da combinare a piacere in collane e bracciali, come facevamo da bambine. Creativa e vulcanica («mentre lavoro a un progetto, so già quale sarà il mio prossimo obiettivo»), ha appena lanciato la sua nuova collaborazione con la maison d’orologeria Audemars Piguet, la seconda dopo la creazione del modello Frosted Gold, ideato nel 2016 per celebrare il 40° anniversario del Royal Oak da donna. «Il tutto è partito dalla mia passione per questo orologio: lo indosso sempre, da quando mio marito me ne regalò un esemplare vintage degli anni Settanta».
Specchio specchio
Se gli uomini sono più interessati a meccanismi e complicazioni, ciò che colpisce noi donne è in primo luogo l’estetica. «Per questo», dice Carolina, «ho scelto di trattare il Royal Oak come un gioiello». Come nella prima versione, la superficie è lavorata con la tecnica Florentine Finish, una sorta di graffiatura realizzata a mano, che rende «un po’ più grezza e ribelle la perfezione assoluta dell’Audemars Piguet». Prodotto solo in oro giallo («il mio colore preferito») e solo con cassa 37 millimetri, l’orologio è stato realizzato in un’edizione limitata di 300 esemplari che portano il nome di Carolina. «A renderlo ancora più mio è il quadrante a specchio (sotto): una vera sfida dal punto di vista tecnico, perché non ammette il minimo errore. Ovunque io sia, l’orologio mi segue e mi riflette, cambia in continuazione insieme a me». E ciò vale anche per la scatola: uno scrigno, sempre specchiato, con il monogramma AP, «troppo bello per finire nascosto in un armadio».
Pigiama party
Aproposito di armadio, Carolina preferisce non contare le sue scarpe, così, quando il marito le chiede quante paia ne ha, può rispondere: «Mai abbastanza!». Tra le sue preferite ci sono le friulane chic di Le Monde Beryl: «Sono comodissime e ne ho di tutti i colori». Comfort e rilassato sono in effetti due parole-chiave del suo stile: «Adoro le vestaglie di cashmere pesante del marchio californiano The Elder Statesman e i pigiami di Loretta Caponi, che uso da sempre per uscire di giorno». Oltre agli abiti fantasia, non rinuncia mai al denim, soprattutto se si tratta di camicie o dei jeans pezzo unico del marchio E.L.V., che assembla tra loro due metà di vecchi pantaloni.