Vanity Fair (Italy)

Cinema in argento

Il regista Mario Martone riceve il GIOVANNI RASPINI CINE AWARD 2018. A Cortona tra desiderio, (settima) arte, alto artigianat­o e lavoro di squadra, quasi come su un set

- di MARCO FINAZZI

Dopo aver presentato con successo alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia il suo ultimo lavoro, Capri-Revolution (che vedremo in sala dal 20 dicembre), e prima di tornare sul set a dirigere il suo attore feticcio Toni Servillo nei panni di Eduardo Scarpetta, figura mitica del teatro napoletano a cavallo tra ’800 e ’900, il regista Mario Martone ha ritirato il premio Giovanni Raspini Cine Award 2018 nel corso di una serata evento dedicata al cinema italiano all’Auditorium Sant’Agostino di Cortona (Arezzo). Il premio, voluto dall’argentiere e designer toscano Giovanni Raspini, è, per il regista partenopeo, l’ennesima consacrazi­one di una brillantis­sima carriera tra cinema e teatro, cominciata a metà degli anni Settanta. «Niente è più rivoluzion­ario del desiderio. Mi piace questa frase scelta per il lancio del mio ultimo film», ha detto Martone nel ritirare il trofeo. «La storia si svolge a Capri nel 1914 in una sorta di comune ante litteram, in un momento in cui si voleva provare a cambiare tutto. E anche se l’arte non può cambiare il mondo, è vero però che noi siamo quello che siamo perché esiste l’arte, in ogni sua forma espressiva». Lo sostiene anche Raspini: «In fondo considero la mia azienda, una sessantina di persone tra scultori, disegnator­i, fonditori, come una comunità. Non mi sento né lo stilista né il proprietar­io ma il coordinato­re, insieme con il mio socio Claudio Arati, di un lavoro di gruppo. Un processo che in fondo ricorda quello del regista di un film».

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