Il mio volo libero
Dopo la hit No Roots, arriva il suo primo album. I suoi modelli? Donne forti e irregolari. Perché ALICE MERTON non accetta di farsi dire cosa deve fare. E soprattutto: trovarsi a riunioni solo con uomini
LÕaereo (di carta) sta per decollare. Il 18 gennaio uscirà Mint, album di debutto di Alice Merton, la ragazza che da perfetta sconosciuta aveva indovinato uno dei singoli più ascoltati del 2017, No Roots, un pezzo da 300 milioni di stream, quasi tutti seguiti dalla domanda: ma questa chi è? Da dove viene fuori? Alice ha 25 anni, è anglo-tedesca, ha vissuto in mezzo mondo e ha le idee chiare su come muoversi e come proteggersi. Prima di essere in top 10 in tre continenti, No Roots era stata considerata una canzone troppo lunga, con del potenziale pop sprecato dalle troppe chitarre e dal suono eccessivamente ruvido. Lei invece di cambiare il pezzo ha cambiato i discografici e si è aperta una sua etichetta, Paper Plane Records, «aerei di carta» appunto, omaggio a uno dei suoi modelli di comportamento e femminismo: la rapper M.I.A. Al telefono da Berlino, dove si è trasferita, Alice allunga l’elenco delle donne che considera punti di riferimento, lista che si legge anche come uno spaccato interessante su come intende condurre la sua carriera da Mint in poi: «Regina Spektor, Florence and the Machine, St. Vincent. Sono forti, sono irregolari e sono oneste. Sanno aprire la propria anima nelle canzoni. La musica è diventata una catena di montaggio di canzoni tutte uguali, io voglio stare dalla parte di chi non è così: credo che la gente capisca ancora quando la musica è reale e quando non lo è». La realtà, per Alice, è il suo cosmopolitismo un po’ anarchico, sia geografico che stilistico. No Roots parlava del suo sradicamento da figlia di un ingegnere minerario giramondo. Mint prosegue il racconto, che non si limita più all’esperienza di essere «sempre la nuova arrivata in classe», ma comprende anche le difficoltà di artista donna a far rispettare le proprie ambizioni in un mondo sempre solidamente maschilista: «Scrivo delle cose che mi succedono, e in questi anni ho sperimentato molte volte quanto essere una donna sia un’esperienza solitaria, sono sempre l’unica alle riunioni, circondata da uomini che pensano di sapere meglio di me chi sono». Mint si chiude con Why So Serious, il pezzo più radiofonico, allegro e remixabile di Alice, proprio quello stile che tanti avrebbero voluto cucire sulla sua voce fin dall’inizio. Un modo per dire: so scrivere delle canzoni perfettamente pop, solo che non sempre vorrò farlo.