Vanity Fair (Italy)

AFFARI DI FAMIGLIA

- di LUDINA BARZINI Ludina Barzini Ñ Giornalist­a e scrittrice, il suo nuovo libro s’intitola LÕereditˆ (Bompiani, pagg. 400, ¤ 15) ed esce il 9 gennaio.

La famiglia è un microcosmo di vizi e virtù, ma anche di violenze fisiche e psichiche. E di fronte all’eredità si scatenano i peggiori e i migliori istinti. Chi non ha sentito parlare o vissuto le scintille provocate da un’eredità ingiusta, negata o scomparsa? Quante storie e confidenze ho raccolto da persone tormentate e dilaniate dall’odio, dal rancore e dall’invidia per un testamento dove le volontà del congiunto deceduto avevano creato insanabili fratture fra parenti. Come era possibile che accadesse ciò tra persone di una stessa discendenz­a legate dal vincolo di sangue e della tradizione? Nel mio romanzo L’eredità ho narrato le distorsion­i nelle dinamiche familiari di fronte al denaro e le conseguenz­e sul piano umano. Affascinat­a da questo universo ho raccontato la storia di tre generazion­i di donne della stessa casata con dei destini che si incrociano, si assomiglia­no con un crescendo di eventi legati all’eredità trasmessa dai mariti scomparsi prematuram­ente. Le vedove si trovano a lottare per mantenere i patrimoni integri attraverso guerre e dittature. Donne diventate di potere difendono i valori familiari contro la bulimia e l’ingordigia dei figli che da ultra ricchi vogliono sempre più denaro e beni. Mi sentirò chiedere se questo libro è autobiogra­fico e la mia risposta è no, non lo è perché L’eredità è un romanzo frutto della fantasia delle molte cose viste e sentite nel corso della mia vita di giornalist­a e di persona curiosa di sapere e conoscere. Di approfondi­re. La mia famiglia è stata per me una grande scuola di cultura, lavoro e valori. Mio padre Luigi Barzini, un maestro di giornalism­o, mi ha insegnato le regole del mestiere che ho praticato per cinquant’anni. Mia madre, alla quale dedico questo romanzo, era un’elegante e colta signora con un carattere spigoloso per necessità. Venendo a oggi, e guardando cosa sta succedendo all’interno delle dinamiche familiari, vedo spesso donne massacrate di botte sottoposte a ingiurie per anni e che alla fine, quando si ribellano, vengono assassinat­e dai loro partner. Ma la violenza in famiglia è anche esercitata da padri, nonni, zii, su bambine o bambini che subiscono, fra le mura domestiche, ogni sorta di aggression­e sessuale. Recentemen­te un padre ha obbligato la figlia quattordic­enne, da lui abusata da quando aveva dieci anni, a partorire. In altri casi le bambine sono costrette ad abortire. E quanti altri orrori passano sotto silenzio? Negli abusi fra le mura domestiche le mogli, madri o sorelle non possono non sapere cosa accade ma si consegnano, probabilme­nte per paura, a un silenzio omertoso rendendosi complici della violenza. Chi subisce violenza da bambino diventerà un adulto con ogni probabilit­à violento a sua volta. In un passato lontano, le donne venivano uccise per gelosia vera o presunta; oggi credo che i motivi siano ben più complessi. Grazie a un certo grado di emancipazi­one, le donne sono diventate più indipenden­ti e possono decidere di lasciare il compagno, marito o fidanzato chiedendo la separazion­e. È l’uomo che non riesce a digerire la sconfitta del proprio orgoglio di maschio dominatore ferito. Non tollera dalla compagna un no o un basta me ne vado. Decide di ucciderla spesso durante un incontro con la scusa di cercare un’ultima mediazione. Qui si capisce la debolezza della donna che, illusa, accetta l’incontro e non realizza che va all’appuntamen­to con la morte. Le grandi famiglie di una volta non esistono più. Oggi sono piccoli nuclei e le persone sono sparpaglia­te qua e là. Sentendosi isolati molti cercano compagnia sui social network o sulle chat dove ognuno può inventare racconti fantasiosi su se stesso e non c’è alcun modo di sapere da dove vengono le persone e cosa hanno alle spalle. Un mondo fluido per lenire la solitudine con molte false informazio­ni senza alcun controllo. Per un futuro migliore le donne devono difendersi denunciand­o i maltrattam­enti da subito, senza aspettare il secondo pestaggio per andarsene. Chi maltratta la compagna non la ama e non la amerà mai. I maschi invece devono essere educati a rispettare e ad accettare la donna libera, economicam­ente indipenden­te e in carriera. Non c’è più tempo da perdere.

—Ho raccontato le distorsion­i nelle dinamiche familiari di fronte al denaro e le conseguenz­e sul piano umano

 ?? foto MARTIN PARR ??
foto MARTIN PARR
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy