AFFARI DI FAMIGLIA
La famiglia è un microcosmo di vizi e virtù, ma anche di violenze fisiche e psichiche. E di fronte all’eredità si scatenano i peggiori e i migliori istinti. Chi non ha sentito parlare o vissuto le scintille provocate da un’eredità ingiusta, negata o scomparsa? Quante storie e confidenze ho raccolto da persone tormentate e dilaniate dall’odio, dal rancore e dall’invidia per un testamento dove le volontà del congiunto deceduto avevano creato insanabili fratture fra parenti. Come era possibile che accadesse ciò tra persone di una stessa discendenza legate dal vincolo di sangue e della tradizione? Nel mio romanzo L’eredità ho narrato le distorsioni nelle dinamiche familiari di fronte al denaro e le conseguenze sul piano umano. Affascinata da questo universo ho raccontato la storia di tre generazioni di donne della stessa casata con dei destini che si incrociano, si assomigliano con un crescendo di eventi legati all’eredità trasmessa dai mariti scomparsi prematuramente. Le vedove si trovano a lottare per mantenere i patrimoni integri attraverso guerre e dittature. Donne diventate di potere difendono i valori familiari contro la bulimia e l’ingordigia dei figli che da ultra ricchi vogliono sempre più denaro e beni. Mi sentirò chiedere se questo libro è autobiografico e la mia risposta è no, non lo è perché L’eredità è un romanzo frutto della fantasia delle molte cose viste e sentite nel corso della mia vita di giornalista e di persona curiosa di sapere e conoscere. Di approfondire. La mia famiglia è stata per me una grande scuola di cultura, lavoro e valori. Mio padre Luigi Barzini, un maestro di giornalismo, mi ha insegnato le regole del mestiere che ho praticato per cinquant’anni. Mia madre, alla quale dedico questo romanzo, era un’elegante e colta signora con un carattere spigoloso per necessità. Venendo a oggi, e guardando cosa sta succedendo all’interno delle dinamiche familiari, vedo spesso donne massacrate di botte sottoposte a ingiurie per anni e che alla fine, quando si ribellano, vengono assassinate dai loro partner. Ma la violenza in famiglia è anche esercitata da padri, nonni, zii, su bambine o bambini che subiscono, fra le mura domestiche, ogni sorta di aggressione sessuale. Recentemente un padre ha obbligato la figlia quattordicenne, da lui abusata da quando aveva dieci anni, a partorire. In altri casi le bambine sono costrette ad abortire. E quanti altri orrori passano sotto silenzio? Negli abusi fra le mura domestiche le mogli, madri o sorelle non possono non sapere cosa accade ma si consegnano, probabilmente per paura, a un silenzio omertoso rendendosi complici della violenza. Chi subisce violenza da bambino diventerà un adulto con ogni probabilità violento a sua volta. In un passato lontano, le donne venivano uccise per gelosia vera o presunta; oggi credo che i motivi siano ben più complessi. Grazie a un certo grado di emancipazione, le donne sono diventate più indipendenti e possono decidere di lasciare il compagno, marito o fidanzato chiedendo la separazione. È l’uomo che non riesce a digerire la sconfitta del proprio orgoglio di maschio dominatore ferito. Non tollera dalla compagna un no o un basta me ne vado. Decide di ucciderla spesso durante un incontro con la scusa di cercare un’ultima mediazione. Qui si capisce la debolezza della donna che, illusa, accetta l’incontro e non realizza che va all’appuntamento con la morte. Le grandi famiglie di una volta non esistono più. Oggi sono piccoli nuclei e le persone sono sparpagliate qua e là. Sentendosi isolati molti cercano compagnia sui social network o sulle chat dove ognuno può inventare racconti fantasiosi su se stesso e non c’è alcun modo di sapere da dove vengono le persone e cosa hanno alle spalle. Un mondo fluido per lenire la solitudine con molte false informazioni senza alcun controllo. Per un futuro migliore le donne devono difendersi denunciando i maltrattamenti da subito, senza aspettare il secondo pestaggio per andarsene. Chi maltratta la compagna non la ama e non la amerà mai. I maschi invece devono essere educati a rispettare e ad accettare la donna libera, economicamente indipendente e in carriera. Non c’è più tempo da perdere.
—Ho raccontato le distorsioni nelle dinamiche familiari di fronte al denaro e le conseguenze sul piano umano