Buona annata
È rispettoso dei fatti e rappacificante, concludere il cinquantenario del ’68 con un romanzo che ripresenta gli ingredienti originali e niente di più – né apologia o censure – di quel favoloso, vituperato big bang. Ci ha pensato il giornalista Pierluigi Sullo con La rivoluzione dei piccoli pianeti. Un romanzo nel 68 (Lastaria, pagg. 300, € 15). Enrico ha quasi diciotto anni ed è sospinto verso l’esame di maturità e un futuro prima impensabile da una corrente che incalza la sua esistenza e quella dei compagni di un liceo romano, travolgendo gli universi privati per mescolarli alla Storia. Queste pagine introducono eventi e utopie come fossero le prime divisioni cellulari di un organismo neonato, il Sessantotto: Sartre, le letture collettive del Libretto rosso di Mao, i film di Godard e Foxy Lady di Hendrix, occupazioni di Statale e Sorbona, la battaglia di Valle Giulia, notti «immobili e squisite» con le ragazze. Barriere sociali che scompaiono e altre che si sollevano: i genitori cui non si perdona nulla. Enrico dimostra il fervore di chi sente in lontananza il motivo della propria vita e accelera per dire: io c’ero. A contare, come nel tipico romanzo di formazione, sarà poi l’intensità particolare di esperienze personali – l’amore, i disinganni, le perdite – e che però non sarebbero tali senza la spinta di quell’anno portentoso.