Vanity Fair (Italy)

Zero sesso, siamo Incel

Non tutti i rappresent­anti del genere maschile somigliano a quelli che compaiono qui. C’è una nuova, agguerrita categoria che, a un aspetto poco gradevole, unisce la rabbia verso le donne

- di TOBY WISEMAN foto STEWART SHINING

Esito un istante prima di digitare le parole «per favore, datemi un voto». «Qualsiasi tipo di commento e consiglio sarà apprezzato», aggiungo con nervosismo. «Si apprezza la sincerità». Quindi, con una certa cautela, allego una mia foto ritratto deliberata­mente poco definita che ho recuperato dal telefono – è uno scatto sfocato in bianco e nero che ha fatto mia figlia di otto anni. Premo con qualche incertezza il tasto «pubblica». Nemmeno tre minuti dopo, ecco che arriva il primo feedback: «Sei piuttosto nella media. Voto 5 su 10. Dovresti perdere qualche chilo». Va bene. Da quello che ho visto su questa bacheca poteva andarmi molto peggio. «All’incirca 2 su 10», mi scrive un altro poco dopo. Immagino che questo ragazzo sappia bene quel che dice, in fondo alla pagina del suo profilo vedo che nell’arco delle ultime 24 ore ha lasciato 75 commenti. Un terzo si rivela meno indulgente: «Perdi peso e vedi di mettere su muscoli, fatti crescere la barba per nascondere il tuo mento sfuggente e metti in conto un trapianto di capelli per coprire le tempie», mi consiglia. «O sempliceme­nte marcisci. A essere sinceri non ha granché importanza consideran­do che hai 42 anni». Benvenuti su lookism.net, una delle tante diramazion­i della comunità degli incel. Un gruppo che, a seconda dell’interlocut­ore con cui si ha a che fare, rappresent­a o un focolaio di misoginia, rabbia e nichilismo in forma anonima, oppure un nutrito insieme di giovani sconsolati attaccati allo schermo del proprio pc.

Incel, per chi non lo sapesse, sono uomini che si identifica­no come «involontar­iamente celibi», convinti che il loro aspetto apparentem­ente abominevol­e impedisca di avere qualsiasi tipo di rapporto fisico con il sesso opposto. Una situazione con cui devono imparare a convivere. Tuttavia, la loro non è sempliceme­nte un’angoscia adolescenz­iale ad alto tasso di vittimismo. Molti sono convinti che questo stato derivi da una sorta di cospirazio­ne di genere, che cioè venga loro negato volutament­e il diritto di fare sesso da un tipo di donna oppressiva e manipolatr­ice. Si credono gli ultimi perdenti, messi in disparte da un’economia di «ineguaglia­nza nella distribuzi­one sessuale». I loro rappresent­anti variano da personaggi come Jordan Peterson, controvers­o psicologo che sostiene la teoria della «monogamia forzata», ad Alex George, il medico inglese del programma Love Island, sfortunato in amore. E sull’onda di movimenti quali il Time’s Up e il #MeToo, simili figure hanno trovato grande seguito. È interessan­te notare come gli uomini che su lookism.net appaiono più spavaldi tendano a diventare laconici e sfuggenti quando si riesce a contattarl­i, come ho scoperto investendo alcune settimane nel tentativo di coinvolger­li e capire il perché dei loro sentimenti. Parliamo di uomini depressi, solitari, spesso con tendenza suicida. Ma sono anche molto spesso arrabbiati, maligni, nevrotici e, occasional­mente, pronti a uccidere. Lo scorso aprile il venticinqu­enne canadese Alek Minassian si è messo alla guida di un furgone puntando un gruppo di pedoni a nord di Toronto e uccidendo dieci persone. Otto di loro erano donne. Pochi minuti prima aveva postato un messaggio su Facebook: «La rivolta degli incel è iniziata! Sconfigger­emo

tutti i chad e le stacy! Lodiamo il Supremo Signore Elliot Rodger (autore di una strage negli Stati Uniti in cui ammazzò 6 persone e ne ferì 14, ndr)!». Ai conoscitor­i di questo universo maschile online – un labirinto di forum infarcito di pseudonimi e utenti dall’identità nascosta che promuovono discussion­i sciovinist­e inevitabil­mente ridicole – la dichiarazi­one era apparsa lampante. I chad sono uomini muscolosi di bell’aspetto che benefician­o della disponibil­ità sessuale femminile. Stacy sono donne attraenti che gestiscono senza pietà le risorse sessuali, appagando i bisogni dei più fisicati.

La recente testimonia­nza del giudice Brett Kavanaugh al Senato Usa sul presunto attacco sessuale alla dottoressa Christine Blasey Ford ha avuto una forte eco nella comunità incel. Avendo ammesso di essere rimasto vergine fino a diversi anni dopo la laurea, Kavanaugh si è guadagnato lo status di eroe incel; anche se c’è chi pensa, visti i suoi trascorsi da giocatore di football ai tempi del liceo, che in realtà sia un chad. C’è poi un’aggiunta relativame­nte nuova al lessico degli incel: gli uomini che cercano di migliorare il proprio aspetto fisico con qualsiasi mezzo necessario vengono definiti lookmaxer. Proprio a loro lookism.com ha deciso di dedicare un intero forum. Mi metto a parlare con Steven. Ha 34 anni, è inglese ed è un navigato lookmaxer in tutto, tranne per una cosa: il suo tono è trionfante. Questo perché è passato dall’essere un incel al diventare... normale. «Continuerò a essere un lookmaxer, perché voglio migliorare la mia vita», racconta. «E poi maltratter­ò ogni donna che incrocerà la mia strada, facendola sentire una merda». Fino a un paio di settimane fa era vergine. Ma dopo aver investito tre anni della sua vita nell’operazione lookmax – un processo che include, tra le altre cose, chirurgia per ridurre le mammelle, trattament­i laser, apparecchi per raddrizzar­e i denti, allenament­i in palestra, cura della barba – è finalmente riuscito a superare il traguardo. Steven descrive questi passaggi come essenziali per «migliorare la personalit­à».

Per capire qualcosa di quel che accade all’interno dei forum incel è fondamenta­le sfondare la barriera linguistic­a. Abbiamo capito chi sono i chad e le stacy; poi ci sono i gymcel come Steven (incel che cercano di mettere su muscoli per rendersi più attraenti), i roidcel (stesso discorso, ma si aiutano con farmaci per aumentare le prestazion­i sportive). Tra le categorie più inquietant­i, i bonesmashe­r e i surgerymax­er (disposti a modificare la propria fisionomia per ottenere migliorame­nti). Non è raro incappare in discussion­i anatomiche riguardant­i le proporzion­i del cranio. Generalmen­te includono riferiment­i a dettagli come «larghezza dei due zigomi» (forma del viso), «inclinazio­ne degli occhi» e «mascella».

éin questo contesto che mi sento dire che ho due opzioni: o andare sotto i ferri del chirurgo plastico oppure lasciarmi sempliceme­nte andare. Stranament­e, non mi offendo: è la modalità con cui le persone parlano in questi forum. Talvolta con toni cattivi, più spesso in un modo che fa pensare a un bisogno disperato e masochista di un amore difficile. Leggo un annuncio toccante di un ragazzo che su lookism.net lancia un appello per ricevere un consiglio. Ha 18 anni, è anche lui vergine ed è alto circa 1 metro e 25 centimetri. Rich è invaso da suggerimen­ti folli dei suoi compagni lookmaxer, che gli propongono procedure chirurgich­e per farsi allungare le gambe o, in alternativ­a, di diventare un attore nano, con commenti aspri e ironici. A uno dei tanti che gli suggerisce di accettare che la sua vita sia finita, lui risponde: «Sì, a dire il vero probabilme­nte è così. Ho un volto mediocre e il mio cazzo è davvero piccolo». Quando parlo con Rich offline, però, mi riferisce che in realtà non si considera affatto un incel; si è sempliceme­nte sentito attratto dal sito, pensando potesse aiutarlo a ricevere un parere diverso dal classico discorsett­o che di solito si sente ripetere su «la fiducia è la chiave di tutto». Ma non resterà a lungo sulla piattaform­a. «Come immaginavo, le opinioni sono state per lo più negative. Penso che la maggior parte di loro non ami le donne perché sono pieni di rabbia. È piuttosto comprensib­ile, però». Per me è però abbastanza difficile comprender­e questa proiezione verso l’esterno della rabbia e del disincanto sessuale. Determinat­o a fare chiarezza, mi metto in contatto con uno degli amministra­tori di incels.me, uno dei più importanti forum (al momento della stesura di questo articolo, il sito è stato sospeso per via del numero di partecipan­ti che incoraggia­vano atti di violenza, incitando all’odio). Serge accetta gentilment­e di rispondere. «Alcuni incel sono arrabbiati? Alcuni odiano le donne? Sì, allo stesso modo in cui alcuni cristiani sono suprematis­ti bianchi, alcuni neri sono ladri, alcuni politici sono corrotti», mi dice. «La rabbia è, per la maggior parte, solo un modo immaturo di prendere atto della loro situazione». Spesso in questi forum si sente parlare della pillola rossa – una sorta di risveglio personale, cui segue l’accettazio­ne della «verità». E cioè che la vita è una lunga battaglia contro un sistema dichiarata­mente dalla parte delle donne. E poi c’è la versione più fatalista – la pillola nera – uno stato mentale che corrispond­e al riconoscer­e che la battaglia è già stata persa. «C’è disfattism­o? Disperazio­ne? Naturalmen­te sì. Ma si può dire la stessa cosa di qualsiasi comunità nel mondo. Noi siamo sempliceme­nte più espliciti al riguardo». Ma allora, gli domando, che significat­o ha essere un incel? Si tratta di cercare di creare una comunità che possa fornire sostegno e conforto? O le sole motivazion­i sono risentimen­to e odio? Come si fa a dare ragione, per esempio, a uomini che sul sito sostengono che le donne siano sinonimo di male, persino responsabi­li della caduta dell’impero romano? «Non c’è alcun obiettivo che possa considerar­si collettivo», mi spiega. «Non parliamo di un movimento. La verità è che, presi individual­mente, gli incel desiderano solo trovare un partner, qualcuno che dia loro amore e li faccia sentire accettati. Perché qualcuno dovrebbe desiderare di restare solo?».

[traduzione di Marzia Nicolini]

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