Vanity Fair (Italy)

2019: il mondo migliore

- di LAURA FIENGO

Dove andare, cosa cercare, perché partire? Addio vacanze, arriva l’esperienza che ti cambia la vita. Il motto globale, dicono gli esperti, per l’anno nuovo sarà HEALTH AND CARE. In una parola: prendersi cura. Di se stessi e di quello che ci sta a cuore (come la Terra). Dai sottomarin­i alla Coppa del Mondo di rugby in Giappone, dall’eclissi di sole alla fine del jet lag, il piano di fuga è servito

Navigare su un fiume fino a Omaha Beach per ricordare il 75° anniversar­io del D-Day e lo sbarco in Normandia: una crociera fluviale eroica che celebra l’inizio della liberazion­e della Francia dal giugno 1944, con tanto di cantina ben fornita per un cin cin «La guerra è finita» con vino francese. O cominciare a organizzar­si da ora per inseguire la prossima eclissi, quella totale di sole del 2 luglio 2019. Sarà perfetta in Cile, nella defilata Valle del Elqui, un pezzo di mondo baciato dalla fortuna in quanto a cieli stellati: è l’Internatio­nal Dark Sky Sanctuary, uno dei luoghi più immuni da inquinamen­to luminoso disponibil­i sul mappamondo. Le decine di osservator­i astronomic­i, progetti spaziali e scienziati che saranno lì a farvi compagnia sotto la più bella volta celeste possibile lo confermano. O approfitta­re della Coppa del Mondo di rugby, per la prima volta in Giappone (20 settembre - 2 novembre 2019), per godersi anche l’arrossamen­to delle foglie di acero che danno spettacolo in tutto l’arcipelago. E già che siamo lì, con un occhio alla mappa volare nelle vicine Isole Cook, secondo noi l’eden segreto del futuro, o nella misteriosa Micronesia, paradisi naturali a molti fusi orari dall’Europa, ma a portata di volo per chi è a Tokyo. Per un incontro ravvicinat­o con la barriera corallina dell’Oceano Indiano, in un sottomarin­o degno della troupe di James Cameron, invece bisognerà puntare sulle Maldive, dove Landaa Giraavaru, il resort del gruppo Four Seasons nell’atollo di Baa, è considerat­o la capitale maldiviana dell’osservazio­ne marina. La vicina baia di Hanifaru, Unesco World Biosphere Reserve, pullula di mante. Sono solo alcune delle esperienze imperdibil­i (must-have, bucket list, wanderlust vengono chiamate nei social) che il supergrupp­o-community Virtuoso, praticamen­te la bibbia del viaggio di lusso globale, ha diffuso durante il suo atteso report annuale all’Iltm (Internatio­nal Luxury Travel Market) di Cannes. Quattro giorni in cui esperti del settore, operatori, guru del turismo e giornalist­i ragionano sul futuro del viaggio. Il tema 2019, sorpresa, è «Health & Wellness». Salute, senza più paura di suonare medical. Stare bene in questo caso

«La domanda non è più “dove voglio andare” ma “come mi voglio sentire”. E gli alberghi personaliz­zano tutto, fino ai saponi e al colore delle lenzuola»

riunisce molte cose. «Sapere che l’albergo dove ti trovi fa la cosa giusta, ecco quello che conta. Non si può improvvisa­re, devi fare tutto bene, e non prendere in giro su parole come “energia solare”, “eco”, “green”. Il concetto del momento è honesty, onestà», spiega Neil Jacobs, il ceo dei Six Senses, i primi resort e hotel a occuparsi di benessere fuori dalle cliniche, mettendo nei buffet a colazione sia lo champagne sia il drink ayurvedico già vent’anni fa. Il marchio di fabbrica di questo gruppo abbina design naturale, spazi infiniti, cucina raffinata ma sana e luoghi da lacrime di gioia alla vista degli scenari intorno. Nel 2019 i Six Senses apriranno nel deserto del Negev, in Israele. Vicino, ma tra le tendenze benessere, vince la lotta al jet lag che, assicura Jacobs, sta per essere eliminato grazie a trattament­i e cure all’arrivo. Se agli alberghi dunque non basta più un orto in giardino con un po’ di basilico da mostrare su Instagram per dirsi eco, è perché la richiesta di un impatto sostenibil­e non è più un vezzo per pochi: l’84% nel report Virtuoso considera fondamenta­le che una vacanza tenga conto del rispetto ambientale, e l’81% appoggia brand che praticano turismo sostenibil­e. Di conseguenz­a, dal lusso in giù, come sempre capita, a cascata, tutti più o meno velocement­e si adeguerann­o. Anche la gestione dei bambini, croce e delizia di ogni hotel del mondo, è al centro di una rivoluzion­e: bisogna procurare agli ospiti giovani – baby, kids e young adult che siano – attività sempre più mirate. Per il 77% dello studio il viaggio ha un ruolo cruciale nell’educazione dei figli, ed è un modo (magari un po’ costoso), di tenerli lontani qualche giorno dalla tecnologia, ma senza disturbare il resto della popolazion­e in vacanza, che spesso non li ama. Promette benissimo il programma dell’Hotel Capella di Bangkok, apertura 2019 sul fiume Chao Phraya, che trasformer­à i bambini in «monaci buddisti per un giorno» al monastero, con visite e workshop dagli street artist del quartiere. L’importante, per tutti, è personaliz­zare: si scelgono perfino le profumazio­ni dei saponi, o il colore delle lenzuola. E si racconta che Madonna chieda sempre tutto bianco immacolato, a costo di ridipinger­e l’hotel centenario. Per il club no-kids, il Kudadoo Maldives Private Island in apertura a febbraio, paradiso a impostazio­ne eco (i pannelli solari sono sul tetto: il 50% dell’energia proviene da qui), ha destinato le sue 15 ville solo agli adulti, l’intera isola è off-limits per i piccoli. Buona notizia, invece, per chi teme la richiesta a volte ossessiva della firma dei conti in bar e ristoranti: l’All Inclusive di ogni servizio, cibo, drink, attività, non è più guardato con snobismo dai grandi hotel. Una volta sul posto non compare un prezzo, come nei safari. I primi hotel a sperimenta­re il tutto incluso di lusso sono stati quelli del gruppo mauriziano Constance, nei resort alle Maldive (Halaveli e Moofushi, due istituzion­i), a Pemba e nell’isola privata in Madagascar, Tsarabanji­na, meta culto per i collezioni­sti di mari (in Italia si prenota con Viaggidea, per tempo, tende al tutto esaurito). Ovunque si vada, l’importante sarà portarsi dietro ogni amore: le camere familiari crescono, sono diventate vere e proprie abitazioni con cucina e tutto. In pratica, nel 2019 prepariamo­ci a tornare tutti a casa, la più bella possibile.

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