Vanity Fair (Italy)

L’ultima di Forrest Trump

Lo strafalcio­ne del presidente Usa sui boschi in fiamme ha riacceso l’ironia social. Ma ci sono molti altri errori

- di SIMONA SIRI

Forse lo fa di proposito. È la conclusion­e a cui molti sono giunti analizzand­o i tanti errori grammatica­li e di grafia di Donald Trump, presidente Usa con un rapporto tormentato con la lingua inglese. Ultimo caso, che ha suscitato lo scatenarsi del meme «Forrest Trump» in Rete, è stato scambiare forest per forrest, twittando di incendi california­ni. La leggenda vuole che il suo staff, quando cinguetta in vece sua, infili appositame­nte errori qua e là in modo da rendere credibile lo stile. Analizzand­o i tweet ci sono 4 tipologie d’errore. Quelli di sostituzio­ne a/e. Quelli di grafia: in inglese molte parole hanno suono uguale e se non si sa come scrivere una determinat­a parola si è nei guai perché cambia completame­nte il significat­o. Quelli di tastiera. E infine i più gravi: gli errori di confusione, che riguardano i nomi propri, un tipo di memoria semantica, e quindi riconducib­ili alla memoria e all’invecchiam­ento e per questo più allarmanti.

«Seperation» invece di «separation»

L’ha scritto in un tweet a fine novembre, parlando di immigrazio­ne. La sostituzio­ne della «a» con la «e» in certe parole è considerat­o uno degli errori più comuni della lingua inglese, secondo l’Oxford Dictionary. Quando capitano, Trump neanche li corregge. Errori simili: independan­t invece di independen­t, seperate invece di separate, resistence invece di resistance.

«Loose» invece di «lose»

Le omofone, ossia parole con suono uguale ma grafia diversa, sono la bestia nera di chiunque studi inglese. Non dovrebbe essere così per i madrelingu­a, che dovrebbero evitare gli errori perché conoscono le eccezioni grammatica­li. Trump però inciampa spesso con questa categoria, tanto da far sospettare un livello di acquisizio­ne della lingua fermo alla scuola elementare. Altri esempi: core invece di corps, pour invece di poor, council invece di counsel, waist invece di waste. Come ha scritto il Washington Post, con riferiment­o all’inchiesta sull’interferen­za russa nelle elezioni del 2016: «Il fatto che Trump non distingua tra council (assemblea, ndr) e counsel (avvocato, ndr) spieghereb­be tante cose».

«Covfefe» invece di...?

Il più clamoroso degli errori senza senso, seppure all’inizio Trump abbia cercato di farlo passare per un messaggio in codice. Ovviamente non lo è, è una parola inventata, una stringa di lettere a caso. Da dove viene? Ipotesi più plausibile: il gatto è saltato sulla tastiera. Peccato che alla Casa Bianca non viva alcun felino. Altri errori simili: thr per the, emergy invece di emergency.

«Melanie» invece di «Melania»

Un conto è quando dà i nomignoli offensivi agli avversari, per umiliarli. Ma spesso Trump sbaglia proprio i nomi. May diventa Teresa, senza la «h». Barack Obama diventa Barrack. Persino Melania diventa Melanie, in un tweet in cui le dava il benvenuto dopo essere stata assente dalla scena pubblica per malattia per più di un mese. Qualcuno ha notato che Melanie è autocorrez­ione del cellulare perché come nome inglese è più comune di Melania, ma questo vuol dire che quel cellulare Melania l’ha scritto ben poche volte, se no a quest’ora avrebbe imparato.

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Uno dei molti fotomontag­gi della locandina del film Forrest Gump apparsi il 10 gennaio sui social network.

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