Vanity Fair (Italy)

Scarlett e lo strano caso del deepfake

La faccia di un’attrice famosa montata sul corpo di una sexystar, e quindi la realizzazi­one di finti video porno. È l’ultima frontiera delle fake news. E non riguarda solo i divi del cinema

- di SIMONA SIRI

L'ultima frontiera delle notizie farlocche si chiama deepfake ed è così preoccupan­te da aver spinto il Pentagono a dichiararg­li guerra. Grazie a sofisticat­e tecniche di intelligen­za artificial­e, è oggi possibile creare video in cui, sovrappone­ndo la faccia su un corpo diverso, al soggetto del video si fanno dire o fare cose che non ha mai detto né fatto. Usata in passato a Hollywood (due esempi: Tom Hanks che incontra Kennedy in Forrest Gump o la Principess­a Leila che riappare in Rogue One), la tecnica è oggi alla portata di tutti: quello che prima facevano manualment­e tecnici altamente specializz­ati impiegando mesi ora possono farlo software molto semplici, da usare nel giro di minuti. Nel 2017 un utente di Reddit usando un’applicazio­ne chiamata FakeApp ha creato decine di finti video porno sovrappone­ndo la faccia di attrici famose come Scarlett Johansson, Natalie Portman, Gal Gadot sui corpi di pornostar. I video sono poi finiti su siti come Pornhub, scaricati e visti da milioni di persone. Nel 2018 un video di Donald Trump che invitava il governo del Belgio a uscire dall’accordo sul clima di Parigi diventò virale. Peccato fosse finto. Un altro video di Obama che chiamava Trump «stronzo» era stato postato su BuzzFeed. Finto anche quello: si trattava del regista Jordan Peele a cui erano stati sovraimpre­ssi i tratti di Obama. Allarmato dal possibile uso di deepfake nelle prossime elezioni presidenzi­ali, il Pentagono ha stanziato fondi destinati alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) per indagare il fenomeno: il programma specifico si chiama Explainabl­e Artificial Intelligen­ce e si basa sull’uso di reti neurali in grado di apprendere la differenza tra video veri e fasulli. Hany Farid, professore a Berkeley, sta lavorando a un metodo basato sulle microvaria­zioni di colore della pelle del viso che avvengono quando un soggetto parla e che sono dovute all’afflusso di sangue. L’università di Albany, New York, su un altro basato sulla mancanza di blinking, ovvero l’impercetti­bile chiusura e apertura degli occhi nei video finti rispetto a quelli veri. La corsa è aperta. La posta in gioco altissima.

— Combattere contro i deepfake con il mio volto è una causa persa. È solo questione di tempo perché il problema riguardi chiunque

Scarlett Johansson

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Il viso di Scarlett Johansson, 34 anni, pronto per lo «scambio volto».

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