Scarlett e lo strano caso del deepfake
La faccia di un’attrice famosa montata sul corpo di una sexystar, e quindi la realizzazione di finti video porno. È l’ultima frontiera delle fake news. E non riguarda solo i divi del cinema
L'ultima frontiera delle notizie farlocche si chiama deepfake ed è così preoccupante da aver spinto il Pentagono a dichiarargli guerra. Grazie a sofisticate tecniche di intelligenza artificiale, è oggi possibile creare video in cui, sovrapponendo la faccia su un corpo diverso, al soggetto del video si fanno dire o fare cose che non ha mai detto né fatto. Usata in passato a Hollywood (due esempi: Tom Hanks che incontra Kennedy in Forrest Gump o la Principessa Leila che riappare in Rogue One), la tecnica è oggi alla portata di tutti: quello che prima facevano manualmente tecnici altamente specializzati impiegando mesi ora possono farlo software molto semplici, da usare nel giro di minuti. Nel 2017 un utente di Reddit usando un’applicazione chiamata FakeApp ha creato decine di finti video porno sovrapponendo la faccia di attrici famose come Scarlett Johansson, Natalie Portman, Gal Gadot sui corpi di pornostar. I video sono poi finiti su siti come Pornhub, scaricati e visti da milioni di persone. Nel 2018 un video di Donald Trump che invitava il governo del Belgio a uscire dall’accordo sul clima di Parigi diventò virale. Peccato fosse finto. Un altro video di Obama che chiamava Trump «stronzo» era stato postato su BuzzFeed. Finto anche quello: si trattava del regista Jordan Peele a cui erano stati sovraimpressi i tratti di Obama. Allarmato dal possibile uso di deepfake nelle prossime elezioni presidenziali, il Pentagono ha stanziato fondi destinati alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) per indagare il fenomeno: il programma specifico si chiama Explainable Artificial Intelligence e si basa sull’uso di reti neurali in grado di apprendere la differenza tra video veri e fasulli. Hany Farid, professore a Berkeley, sta lavorando a un metodo basato sulle microvariazioni di colore della pelle del viso che avvengono quando un soggetto parla e che sono dovute all’afflusso di sangue. L’università di Albany, New York, su un altro basato sulla mancanza di blinking, ovvero l’impercettibile chiusura e apertura degli occhi nei video finti rispetto a quelli veri. La corsa è aperta. La posta in gioco altissima.
— Combattere contro i deepfake con il mio volto è una causa persa. È solo questione di tempo perché il problema riguardi chiunque
Scarlett Johansson