Attenti ai cani
Torna MANLIO CASTAGNA con la trilogia fantasy piena di creature paurose che ha per protagonista la piccola Frida (come sua figlia)
Nessun border collie che abbaia: la scomparsa di tutti i cagnolini del posto mette un gruppo di ragazzi sulle loro tracce. Lo racconta Manlio Castagna, 45 anni, regista e sceneggiatore salernitano, in Petrademone - La terra del non ritorno (Mondadori, pagg. 528, € 17), secondo capitolo della trilogia che Ivan Cotroneo sta adattando per la tv, a cui Marco D’Amore presta la voce nell’audiolibro e di cui anche Mika è fan. La piccola Frida, dunque, si avventura ad Amalantrah, «la terra del non ritorno», proprio per salvare gli animali rapiti da forze sconosciute. Continua così un fantasy ipnotico dove I Goonies incontrano Tolkien, popolato da creature che ci si aspetterebbe di trovare tra gli Animali fantastici di J.K. Rowling. Non risparmia ai bambini temi forti come la perdita. Perché? «Non puoi conquistare la maturità se non attraverso esperienze dolorose. Trovo bello soffrire con i personaggi, l’happy ending mi annoia. I finali migliori sono quelli in cui, pur perdendo molto, si raggiunge l’obiettivo». La protagonista ha il nome di sua figlia. «È vero, ma sulla carta non le faccio sconti anche se, nelle situazioni di pericolo, provo un’infinita tenerezza. Mia figlia di tre anni e mezzo, peraltro, sa di avere un alter ego letterario e mi chiede di parlargliene perché, da fan di Tim Burton, ama le storie dark». La scrittrice di Harry Potter ogni anno chiede scusa per uno dei protagonisti che ha ucciso. Lei lo farebbe mai? «No, anzi mi pento di non averne uccisi altri, o di non averli fatti fuori tutti». Come in Divergent, la trilogia di Veronica Roth, nella sua storia c’è un faccia a faccia con la paura. La sua qual è? «Il mio unico tatuaggio è la K di Kafka, uno che diceva: “Io sono le mie paure”. Ho tante piccole fobie, ma la maggiore è perdere chi amo. Infatti la creatura che preferisco dei miei libri è il Magro Notturno, che rapisce cani e bambini e incarna quanto ci terrorizza di più. Lo metterei in giardino, a tenere alla larga gli idioti».