Vanity Fair (Italy)

Attenti ai cani

Torna MANLIO CASTAGNA con la trilogia fantasy piena di creature paurose che ha per protagonis­ta la piccola Frida (come sua figlia)

- di ALESSANDRA DE TOMMASI

Nessun border collie che abbaia: la scomparsa di tutti i cagnolini del posto mette un gruppo di ragazzi sulle loro tracce. Lo racconta Manlio Castagna, 45 anni, regista e sceneggiat­ore salernitan­o, in Petrademon­e - La terra del non ritorno (Mondadori, pagg. 528, € 17), secondo capitolo della trilogia che Ivan Cotroneo sta adattando per la tv, a cui Marco D’Amore presta la voce nell’audiolibro e di cui anche Mika è fan. La piccola Frida, dunque, si avventura ad Amalantrah, «la terra del non ritorno», proprio per salvare gli animali rapiti da forze sconosciut­e. Continua così un fantasy ipnotico dove I Goonies incontrano Tolkien, popolato da creature che ci si aspettereb­be di trovare tra gli Animali fantastici di J.K. Rowling. Non risparmia ai bambini temi forti come la perdita. Perché? «Non puoi conquistar­e la maturità se non attraverso esperienze dolorose. Trovo bello soffrire con i personaggi, l’happy ending mi annoia. I finali migliori sono quelli in cui, pur perdendo molto, si raggiunge l’obiettivo». La protagonis­ta ha il nome di sua figlia. «È vero, ma sulla carta non le faccio sconti anche se, nelle situazioni di pericolo, provo un’infinita tenerezza. Mia figlia di tre anni e mezzo, peraltro, sa di avere un alter ego letterario e mi chiede di parlarglie­ne perché, da fan di Tim Burton, ama le storie dark». La scrittrice di Harry Potter ogni anno chiede scusa per uno dei protagonis­ti che ha ucciso. Lei lo farebbe mai? «No, anzi mi pento di non averne uccisi altri, o di non averli fatti fuori tutti». Come in Divergent, la trilogia di Veronica Roth, nella sua storia c’è un faccia a faccia con la paura. La sua qual è? «Il mio unico tatuaggio è la K di Kafka, uno che diceva: “Io sono le mie paure”. Ho tante piccole fobie, ma la maggiore è perdere chi amo. Infatti la creatura che preferisco dei miei libri è il Magro Notturno, che rapisce cani e bambini e incarna quanto ci terrorizza di più. Lo metterei in giardino, a tenere alla larga gli idioti».

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