Ogni cosa è sentita
Un modesto problema cardiaco scompiglia l’esistenza atletica e la mente annoiata del protagonista – l’autore stesso – dando il via al romanzo Di chi è questo cuore (La nave di Teseo, pagg. 256, € 17) in cui Mauro Covacich torna a comporre, dopo La città interiore (finalista al Campiello 2017), una severa e appassionata cartografia sentimentale. Dopo Trieste, tocca a Roma. L’esito di un ecocardiogramma cambia la percezione della città dello scrittore, rallentandone la coscienza, che andava troppo di fretta, fino al ritmo degli esseri umani «albero», stanziali nei loro atolli metropolitani, siano essi zingari, pescatori polacchi, venditori di souvenir o cameriere ai chioschi sul Lungotevere. Il cedimento delle certezze obbliga il protagonista a digressioni sregolate – dallo sbiancamento dei denti si arriva al destino di Etty Hillesum – e a smascherare la biografia segreta del proprio cuore che, da strumento efficiente, diventa il muscolo spugnoso in cui si addensa la vita. Esistere dipenderà da questa fenditura in cui filtrano i ricordi e la riscoperta dell’altro: dal mendicante che gli regala consigli alla compagna con cui ritrova complicità, alla madre rimasta a Trieste, riaffacciatasi al mondo grazie a Facebook. Non è un cuore triste o malato a parlare, quanto uno consapevole del privilegio di sentire ogni cosa.