TAGLIO CON IL PASSATO
Negli anni Novanta era famoso per il ciuffo biondo di Bayside School, e per un personaggio che amava mettersi nei guai. Adesso invece l’attore, aria compassata e un po’ misteriosa, in tv è un agente che prende le difese di una bambina. E questo lo porta a
Per chi è cresciuto con Bayside School e i telefilm degli anni Novanta, Mark-Paul Gosselaar è un’antica conoscenza. Nella serie interpretava l’adolescente Zack Morris, il bello della compagnia che non amava studiare ed era disposto a tutto pur di conquistare la ragazza dei sogni (l’attrice Tiffani Amber Thiessen). Oggi, a 44 anni e senza più il caschetto biondo di un tempo, Gosselaar ha comunque mantenuto un notevole fascino. Muscoloso, i capelli corti e una barba appena accennata, si presenta in giacca scura e camicia bianca. Sprigiona un’aria quasi di mistero, perfetta per il suo nuovo personaggio televisivo: Brad Wolgast, ex agente delle forze speciali americane. Prodotto da Ridley Scott e firmato da Elizabeth Heldens, The Passage (dieci episodi, in onda su Fox) racconta del progetto Noha, una ricerca segreta del governo che sfrutta ergastolani e condannati a morte per testare un virus potenzialmente letale per gli uomini. L’orfana Amy (Saniyya Sidney) potrebbe essere la soluzione ma Wolgast la vuole proteggere a ogni costo. «In questa serie nulla è come sembra. Si affrontano la ricerca dell’immortalità e questi virus fatti per uccidere, ma in fondo è una storia di umanità e d’amore, tra un padre e una bambina sola. E io, che mi emoziono facilmente e ho quattro figli (due
di 15 e 12 anni, avuti con la prima moglie Lisa Ann Russell; altri due, di 5 e 3, dall’attuale, Catriona McGinn, ndr), ho sentito parecchio questo aspetto. Saniyya d’altra parte è bravissima, vedrete che tra qualche anno farà analisi», scherza Gosselaar, riferendosi alla bravura dell’attrice dodicenne nell’esprimere stati d’animo complessi, tra una scena horror e l’altra.
E i suoi figli come sono? «Vorrei imporre loro limiti sull’uso dei social ma non è sempre facile, perché il modo in cui socializzano si basa sull’essere connessi. Il più grande per esempio gioca molto con la Xbox e ascolta con le cuffie quelli che si divertono con lui, nello stesso tempo è su FaceTime con l’iPad e si fa selfie con l’iPhone. Durante la settimana non gli permettiamo di usarli, solo nel weekend, lui socializza soprattutto così, tramite uno schermo. Mia figlia è tutt’altro: preferisce stare fuori casa. Comunque non posso lamentarmi, sono bravi a scuola». Certo sono diversi da lei, che alla loro età dava il cattivo esempio in tv. «Mio Dio, Zack ha fatto cose terribili! Ci siamo divertiti così tanto, dopotutto eravamo adolescenti e senza social media. Sono stato fortunato». Sarebbe diverso oggi? «Non so se sarebbe meglio o peggio, ma sono contento di aver vissuto i miei anni formativi senza Internet. Qualche fan mi fermava per strada, mi chiedeva un autografo e magari una foto. A parte quello, sono riuscito a vivere la mia vita privata lontano dai riflettori». Farebbe un nuovo Bayside School? «Se ne parla da vent’anni, ma nessuno mi ha mai proposto una sceneggiatura o un’idea credibile. Non voglio rovinare quello che è stato, nello stesso tempo non mi sono mai opposto. Sono sicuro che tutto il cast sarebbe d’accordo, purché sia un bel progetto». Come la metterebbe con il caschetto biondo? «Questa volta userei una parrucca. Ho imparato a mie spese che le tinte non fanno molto bene ai capelli degli uomini». Oggi si diverte in un altro modo: conflitti a fuoco, inseguimenti e combattimenti corpo a corpo. «Amo quando le cose diventano fisiche». Da ragazzo gareggiava nel motocross, poi è passato alle auto da corsa e perfino agli aerei. Queste passioni le sono tornate utili per The Passage. «Mi sono comunque preparato molto, ho ripreso il jujutsu e mi allenavo duramente ogni sera. Ho voluto dare al personaggio la fisicità che meritava».