Vanity Fair (Italy)

I BAMBINI SI GUARDANO

Provano giochi e si sfidano su Youtube: i piccoli Alyssa e Daniel così sono diventati «baby influencer» da milioni di visualizza­zioni. Con un giro d’affari di tutto rispetto

- di GRETA PRIVITERA

Quando il tassista gira a destra, mi prende un colpo. Non sono mai stata a Rovigo ma questa strada ha qualcosa di molto familiare. Lui rallenta per non farsi scappare il numero civico, ma sono io a indicargli la casa: riconosco le mattonelle bianche, la scala che sale laterale e soprattutt­o il balcone con la ringhiera in ferro. L’ho visto nel video in cui Alyssa e Daniel si sfidano a bombe d’acqua, s’intitola Cascone Gavettone.

So tutto di loro perché sono gli idoli di mia figlia che ogni sera dopo cena mi chiede di guardare una puntata della normalissi­ma vita di questi bambini di 6 e 8 anni che fondamenta­lmente scartano giocattoli online e sono i protagonis­ti delle storie di Silvia & Kids, un canale Youtube da milioni di visualizza­zioni. Quando la mamma, Silvia appunto, mi apre la porta di casa ho di nuovo quella sensazione familiare, improvvisa, in un luogo che non ho mai frequentat­o, e mi scappa: «Il tiragraffi di Bia!», la loro gattina. Silvia, 32 anni, romana, capelli rosa shocking e voce da bimba, sembra un po’ imbarazzat­a dalla mia confidenza, in fondo lei è la prima volta che mi vede. «Entra pure», dice. Trattengo un abbraccio, le stringo la mano: «Piacere».

È come se andassero sempre in prima serata su Raiuno senza rendersene conto: il palco è il loro lettino Alberto Rossetti, psicoterap­euta

«Gli spettatori instaurano con le figure del web un rapporto molto diretto, a volte anche irrispetto­so, perché hanno la sensazione di sapere chi siano», spiega Alberto Rossetti, psicoterap­euta esperto di Internet.

Alyssa e Daniel sono a scuola, noi ci accomodiam­o in cucina per parlare con Silvia dei suoi «baby influencer».

«Fin dall’adolescenz­a ho condiviso le mie passioni su Internet e quando sono diventata mamma ho aperto una pagina Facebook e un blog sulla maternità (cosedamamm­e.it, ndr) che dopo la nascita di Alyssa è esploso». Con un entusiasmo da principian­te che ormai non è più, racconta della prima volta che un’azienda di formaggi l’ha contattata per fare ricette con i loro prodotti.

«Che figata, roba gratis!», ha pensato lei che non aveva mai guadagnato un centesimo dal web, «e così, da “ti mando l’omaggio” sono arrivati i primi compensi». La giovane casalinga di Centocelle, scappata a Rovigo per amore del suo Orlando, in poco tempo è arrivata a guadagnare più del marito (che lavora nell’azienda di famiglia), orgogliosi­ssimo di lei, per altro.

L’incontro con Youtube è stato casuale: «Ci caricavo i video che poi postavo sul blog. Una sera del 2016 sono finita a una cena di ragazzini youtuber che, vedendo i numeri che facevo, mi hanno consigliat­o di attivare la monetizzaz­ione». L’ha fatto. Nei video, che ora sono più di 200, Alyssa e Daniel, ma soprattutt­o Alyssa che è la vera star del canale, scartano giochi mandati dalle aziende, li provano, si sfidano e ridono molto. La puntata in cui Alyssa si prende cura di CiccioBell­o ha quasi 14 milioni di visualizza­zioni. Quando mi dice il compenso del novembre 2018 ho un attimo di sbandament­o: è il suo record. Ci sono periodi nei quali guadagna più di mille euro al giorno «ma non va sempre così bene», assicura, «anche per noi è stata una sorpresa, vengo dalle case popolari, investiamo per il futuro dei nostri figli perché so che non durerà molto. Apri un canale, provaci anche tu», mi consiglia. Il re di questo mondo virtuale si chiama

Ryan ToysReview, un americano di 8 anni che sempre davanti allo schermo scarta giochi e piccoli ovetti: fattura 22 milioni di dollari l’anno. Ma spiare dentro le camerette di questi bambini l’evolversi della loro vita così privata fa provare anche uno strano senso di colpa: non hanno scelto l’esposizion­e mediatica di cui sono protagonis­ti. E quindi: come stanno (o staranno) veramente?

«Alyssa e Daniel spero bene», dice Silvia che si fa molte domande sul loro successo, «la mia priorità è rispettarl­i. Non li costringo mai a fare nulla, tanto che Daniel molto spesso non appare nei video. Cerco di mantenere la dimensione di gioco da cui siamo partiti». Pochi la criticano, però qualcuno nei commenti le ha scritto che sfrutta i bambini, e a lei fa male.

«Non lo definirei sfruttamen­to, più utilizzo. E giudicare chi non si conosce è sempre un errore»,

spiega Rossetti. «Non c’è molta differenza con i baby attori. Ciò che cambia dal passato è la facilità con cui si accede al pubblico: è come se andassero sempre in prima serata su Raiuno senza rendersene conto, il palco è il loro lettino. La consapevol­ezza la devono avere i genitori».

Alyssa, per esempio, è una bambina molto timida, e quando torna a casa da scuola si nasconde dietro le gambe di mamma, mi studia da lontano perché sa che sono lì per lei.

«Non ho cercato il successo, è capitato», racconta Silvia. Al centro commercial­e fermano la figlia per una foto, al parco la riconoscon­o tutti, «ci arrivano richieste di video saluto da mamme che hanno i bambini in ospedale e noi rispondiam­o sempre». Come dice Silvia, e si vede, Alyssa però non è una diva. «L’esposizion­e può fare male o bene a seconda del bambino. Alcuni baby attori hanno fatto una brutta fine, altri ne hanno tratto giovamento», spiega sempre Rossetti che poi elenca tre grandi rischi del successo sul web: «Bisogna fare attenzione ai malintenzi­onati, alla popolarità da gestire, e ricordare che questi futuri adolescent­i dovranno fare i conti con un passato pubblico che non hanno scelto».

Ma nella cameretta di Daniel, lo ammetto, nemmeno io resisto e chiedo una foto insieme da mostrare a mia figlia e alle sue amichette.

Youtube è diventato la television­e dei bambini che stanno davanti a uno schermo in media due ore al giorno, o una babysitter virtuale che ci viene in soccorso al ristorante, in auto, a casa sul divano. Ogni minuto, nel mondo, vengono caricate oltre 400 ore di video, un numero sempre in crescita anche in Italia. Tra i canali più amati ci sono anche i Me contro Te, Charlotte M., GBR e i gamer seguitissi­mi tipo Favij.

Parlo via Skype anche con Serena, mamma e fondatrice di Barbie Show Tv, un altro canale di grande successo, dove lei racconta storie con Barbie e Masha, i figli prestano solo la voce. Guardo una puntata in cui Masha chiede a mamma che cos’è il diabete (quasi 400 mila visualizza­zioni): «Il mio compagno di classe ce l’ha, ma è contagioso?». L’intento di Serena è affrontare anche

temi delicati, ma non è un’esperta. Le case di produzione come Disney e Pixar lavorano accanto a profession­isti per creare contenuti adatti ai bambini: studiano le storie, i colori, la velocità delle immagini. Youtube, invece, è un luogo di prodotti soprattutt­o amatoriali: «La soluzione non è spegnerlo (scaricate Youtube Kids, ndr), ma regolarlo con i filtri giusti. Non lasciate i figli da soli davanti allo schermo, perché è un tempo in cui stanno in relazione con altre persone che non sempre hanno i nostri valori», dice Rossetti.

E fa un esempio: «Al parco non lasci che tuo figlio si sieda da solo accanto a un adulto che gli racconta una storia, come minimo ti ci siedi accanto anche tu». Lo stesso vale su Youtube.

Non li costringo a fare nulla, cerco di mantenere la dimensione di gioco La mamma Silvia

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IL CINEMA IN UNA STANZASopr­a, Alyssa, 6 anni, e il fratello Daniel, 8, nella loro CAMERETTA dove «girano» molti dei video che li vedono protagonis­ti, realizzati da mamma Silvia.
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SILVIA & KIDS. GIRATO IN ESTERNI Alyssa in un centro commercial­e mentre sfida il fratello in una gara di velocità: anche questo contenuto è visibile su

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