Vanity Fair (Italy)

AMBRA IO, DISORDINAR­IA

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Ciao, sono Ambra Angiolini, ho 41 anni, sono nata a Roma e vivo a Brescia. Ho due figli, un ex e un nuovo compagno. Faccio lavori diversi e precari, a volte per scelta e a volte perché mi licenziano. Il mio motto è «Una donna di carattere non avrà mai un buon carattere» e i libri che mi hanno formata sono La signorina

Else di Schnitzler e Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés… ecco… per ora i lupi non li ho ancora visti, per ora io e se vorrete anche voi… CORRO E BASTA

Quindi uniamo i fiatoni e iniziamo. Sono le 17.34 siamo in macchina io e la mia adorabile Ninni – che l’ho incontrata madre bresciana tutta casa e forma – e che dopo 600 date di tour teatrale, guidando attraverso gelidi inverni e torride estati si è trasformat­a nella più ruspante delle runner tuttofare. Dobbiamo arrivare da Brescia a Trieste, lo spettacolo inizia alle 20.45 e ci vorranno circa 3 ore e venti. Arriviamo dentro il camerino e poco dopo, con un battito di ciglia e due giravolte, un perfetto mix tra Strega per amore e Wonder Woman, io… ora sono… BARBARA ROSEEEEE! Ore 21 inizia la Guerra dei Roses. Ore 23.30 finisce lo spettacolo. Applausi. Ore 23.45, io e superNinni siamo pronte per rientrare a Brescia. In viaggio, sopra le righe con slanci adolescenz­iali, complice dalla radio una Fiordaliso primi anni ’80 che intona Non voglio mica la luna, diamo vita a dirette Instagram delle quali, con altissima probabilit­à, mi pentirò poche ore dopo. Ore 2.50 si scende dalla macchina e si sviene sul letto dopo essersi accuratame­nte struccate in Autogrill. Sveglia alle 6.30, mi alzo e allo specchio vedo un volto che non può essere il mio. Sono certa che quella faccia color ramarro con striature nere non può essere la mia. In fondo ho dormito 4 ore che sono sicurament­e meglio di tre. Sveglio i ragazzi con l’immancabil­e bacio, ma noto anche da parte loro una strana ritrosia, non posso crollare proprio ora che abbiamo poco tempo prima di buttarci in macchina per arrivare tardi a scuola. Ignoro le loro espression­i e penso che sia tutta colpa dell’adolescenz­a. Scendo in pigiama a righe per preparare la colazione senza perdere dignità e stile. Ore 7.23 siamo in macchina. Jolanda assorta nella sua musica guarda fuori dal finestrino e non mi sente. Leonardo è in iper ventilazio­ne causata dalla certezza di arrivare alle 7.58 invece che alle più oneste e rassicuran­ti 7.54. Rientro a casa. Devo riposare, me lo merito anche io, lo dice sempre pure mia madre che devo avere più AUTOSTIMA. Ho sempre pensato a questa parola, ma mai al vero senso che questa parola ha nella mia vita. Nella mia vita AUTOSTIMA si scrive staccato e si riferisce ai km percorsi per essere ovunque ci sia bisogno di me. Cara madre, posso affermare con fierezza che io ce l’ho l’AUTO-STIMA, puoi stimarla in circa 654 km al giorno, come in questo

weekend. Trovata la morale positiva – spero possa essere utile anche ad altre DISORDINAR­IE come me – mi metto a cucinare mentre leggo un testo teatrale nuovo e piego due maglie perché poi alle ore 17.00 devo ripartire in perfetto stile Ricomincio da capo. Come Bill Murray, mi trovo a rivivere sempre lo stesso giorno all’infinito, ma questa parte non la scrivo: vi basterà rileggere il pezzo all’infinito.

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