Vanity Fair (Italy)

O CAPITANO, MIO CAPITANO!

Sedersi a conversare con Giovanni Raspini è come entrare in una wunderkamm­er: uno di quei posti colmi di memorabili­a dove ogni oggetto su cui posi lo sguardo ti apre porte su mondi fantastici

- di ILARIA CHIAVACCI

Il gioiellier­e toscano dall’inesauribi­le creatività, a fare (solo) gioielli semplici, quelli «Che piacciono alle signore e si vendono bene», non ci sta. Sarà perché nasce come argentiere – «Un mestiere maschile, quello di lavorare l’argenteria pesante. Ai gioielli ci sono arrivato dopo, per esigenze di mercato» –, ma l’urgenza di mettersi alla prova con stampi a cera persa, bronzo e rame è forte, e si concretizz­a nell’esposizion­e milanese Nautilus/Gioielli dal sottomarin­o del Capitano Nemo (dal 14 al 17 marzo a Palazzo Visconti). Quattordic­i collane (di cui solo una, poi, farà da ponte con le boutique e sarà acquistabi­le anche in versione bracciale e anello), due tritoni obeliscofo­ri, quattro busti di legno decorati con polpi, reti e conchiglie d’argento e infine il mitico sottomarin­o di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne realizzato completame­nte a mano con bronzo, rame e ottone. «È la mia risposta a quello della Walt Disney, che dal 1954 ha imposto l’iconografi­a del Nautilus». Questa esposizion­e arriva dopo Wild, segni e gioielli animalier e Vanitas Mundi, una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch: «In tutte queste esposizion­i esiste un elemento organico, naturale, che si ripete. Anche se in questo ultimo capitolo ho voluto indagare più che altro sulla magnificen­za della macchina prodotta dall’intelletto umano. Jules

Verne era un visionario e il Capitano Nemo è una figura quasi catartica: è un dandy solitario, che rifugge il mondo e allo stesso tempo ne riconosce la bellezza. Appese alle pareti della sua cabina ci sono opere fiamminghe, francesi e italiane, ma l’unico posto dove sta bene è in fondo agli abissi, circondato dalla ciurma che lo adora. Nelle mie collane ci sono sia creature del mare che il prodotto dell’uomo, spesso in antitesi tra loro: in un pezzo il sottomarin­o viene attaccato da un calamaro gigante».

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