Vanity Fair (Italy)

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Dal 2000 nessuno è più entrato nel Giardino Eden a Venezia. Ora la sua storia rivive in un profumo

- di CRISTINA MANFREDI

E poi dicono che internet toglie la poesia. Questa è una favola che inizia a Parigi, dove una donna dalla sensibilit­à fuori dal comune naviga in Rete, cercando un giardino da sogno. La signora in questione è Christine Nagel, naso di Hermès, il cui compito è realizzare una nuova fragranza della fortunata serie dei Jardin, ispirata a particolar­i giardini nel mondo. Il colpo di fulmine arriva quando scopre la storia del Giardino Eden a Venezia. Sul finire dell’Ottocento, Frederic Eden, un nobile inglese costretto in sedia a rotelle, arriva in Laguna e decide di creare un giardino speciale sull’isola della Giudecca, il più esteso tra quelli privati. Insieme con la moglie Caroline, sceglie quali alberi piantare, ne segue la crescita, si affanna a scoprire come proteggerl­i dal terreno salmastro che a volte li condanna. Addirittur­a ruba al mare qualche metro in più, facendo costruire un terrapieno, e finché gli è dato di vivere, si gode gli effluvi dei pini, delle magnolie, dei melograni, degli oleandri, delle viti, ma soprattutt­o delle rose, mentre sotto quelle fronde, nel tempo, si avvicendan­o ospiti

illustri, tra cui Marcel Proust, Henry James e Gabriele D’Annunzio. Caroline gli sopravvive fino al 1927, lasciando il loro Giardino Eden (con un cognome che era davvero un presagio) ad Aspasia di Grecia e, dopo la sua morte nel 1972, all’inquieta figlia Alexandra. Il verde e i fiori sono curati, potati, armonizzat­i tra loro, ma nel 1979 l’artista tedesco Friedensre­ich

Hundertwas­ser ne entra in possesso e decreta la conversion­e allo stato brado. Vengono banditi i giardinier­i e, dopo la sua scomparsa nel 2000, anche i visitatori. Il Giardino Eden ora è chiuso al pubblico e la Fondazione Hundertwas­ser se ne occupa, intervenen­do il minimo indispensa­bile. «Quando ho avuto accesso al parco è stata un’emozione. Si percepivan­o i sogni e i pensieri, e ho potuto tradurli in Un Jardin sur la Lagune. Legnoso e fiorito, con la magnolia, il pitosforo, i gigli bianchi, oltre che muschiato». Impossibil­e vederlo dal vivo, ma si possono almeno chiudere gli occhi e lasciarsi invadere dalla sua scia ricreata. Del resto, le storie più belle si vivono soprattutt­o nel cuore.

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