Come mi descrivono le persone? Dicono che sono grande, anzi «la più grande»
tennis per il resto dell’anno, per dedicarsi alla sua linea di abbigliamento. «Ho investito in me stessa, e ho sviluppato l’idea in autonomia. Se credi in qualcosa ma non sei disposto a metterci il tuo tempo o il tuo denaro, perché mai dovrebbero farlo gli altri?». Fino a ora, le offerte della sua collezione sono state limitate, ma ben curate. Presto ci sarà dell’altro. Soprattutto per noi comuni mortali dalla taglia più abbondante.
«Non si tratta di taglie più ampie di un determinato capo, perché credo che queste misure non vestano allo stesso modo», spiega parlando della nuova collezione, Serena Great, che «avrà un nuovo standard di riferimento sulle misure, strettamente riservato a “the Great”. Non le piace usare l’espressione «taglie forti» e ci tiene a sottolineare che questo nuovo progetto non offre semplicemente qualcosa alle persone che vogliono acquistare capi di sua creazione in versione large: in realtà, è una linea creata appositamente per loro. «Ho pensato: come mi descrivono le persone? Dicono che sono “grande”, “great”. Sono diversa dagli altri. Mi chiamano ancora “great”, o, più precisamente, “the greatest”, la più grande. Ok, allora la parola sarà questa. “Great”.
Ed è proprio così che la chiamiamo. Un’atleta che abbiamo ammirato lottare e superare ogni ostacolo, ogni sfida (dopo le polemiche alla finale degli U.S. Open, Serena è stata generosa: «Forse non avrà funzionato per me, ma sarà utile per qualcun altro in futuro», ha detto). Ceo e fondatrice della sua azienda, si è iscritta alla business school. Ed è così gentile da avermi fatto persino i complimenti per i calzettoni. È anche un’autrice di arte contemporanea, che ha realizzato il suo ultimo progetto in giardino, con una struttura circolare in acciaio blu. Per adesso, lo chiama Atom. I suoi successi sono acclamati, i suoi errori perdonati. E quando ci sediamo insieme nel cortile, la figlia è dall’altra parte della porta del patio, con entrambe le mani sul vetro. Invece di piangere e chiamare disperatamente la madre, la segue tranquilla con lo sguardo. Quando chiedo a Serena quale sia il più grande investimento che ha fatto per se stessa, risponde lo studio della Bibbia, che l’ha aiutata a riflettere e ad apprezzare il valore della gratitudine. E poi aggiunge: «Olympia».