LA TRIBÙ DEL DESERTO
Li chiamano Vortex e sono punti di energia intorno a Sedona, Arizona. Sentieri in cui le rocce e i ginepri sembrano attorcigliarsi su se stessi, come modellati da una forza sovrannaturale. Campi magnetici o energetici, chissà. Una spiegazione scientifica vera e propria non c’è, ma l’evidenza empirica del senso di comunione con gli elementi e le persone, non si può negare.
Forse per questo settori come l’arte e la moda subiscono il fascino del luogo, un palcoscenico perfetto per la mistica ma anche per applicare le tecniche del teatro immersivo in occasione del lancio di una collezione. Gli attori si mischiano al pubblico e non c’è un palco: è l’ambiente a diventare scenografia. Crollano le barriere tra artista e spettatore, si esercitano curiosità e apertura mentale: starò parlando con un’attrice o con un’ospite? L’altro lo si studia e lo si accetta, in uno scambio narrativo che non necessariamente porta a conoscere i dettagli di una storia, ma lascia esperienze a vari livelli di profondità, come nella vita reale. Tre giorni di performance al posto di una sfilata. Così H&M ha presentato la primavera-estate 2019 della collezione Studio, che solitamente va in passerella a Parigi. «Questa linea ha a che fare con l’avventura e il contatto con la natura. L’esigenza di riconnettersi all’ambiente è sempre più forte», argomenta la design director Pernilla Wohlfahrt, che ha disegnato abiti e accessori a partire dai colori del deserto, cucendoli addosso a chi è guidato dalla voglia di conoscere luoghi e persone.
Scoperta dell’altro e accettazione delle diversità sono valori primari per il brand, che fa della multiculturalità una risorsa: «Solo nel design team ci sono ventiquattro nazionalità, per noi è naturale pensare le collezioni in maniera globale».
Ci sono posti nel mondo dove sentirsi connessi - agli altri, alla natura, a Dio - è più semplice che in altri. Sedona è uno di questi. Chi si spinge qua, nel deserto dell’Arizona, ha fame di energia, che sgorga dalla terra potente in quattro punti intorno alla città