Vanity Fair (Italy)

NOI GIOVANI SIAMO PIÙ AVANTI DEGLI ADULTI: PER NOI NON CONTANO NIENTE LE ORIGINI, SIAMO TUTTI UGUALI

Chadia Rodriguez

- di VALENTINA COLOSIMO foto RICCARDO TORRI

Eccola che entra ridendo sui tacchi alti, dentro a pantaloni neri a rete e a una maglia che le lascia scoperto l’ombelico, sulle maniche sono attaccate due file di grandi piume bianche. Un angelo con le ciglia finte, piccoli chignon disseminat­i sulla testa e le unghie fluo ricostruit­e. Chadia Rodriguez, la donna più famosa della scena trap italiana. Ci punta la Sony, ci punta Big Fish, il produttore talent scout che con le sue scoperte inonda le classifich­e di Spotify. Con la voce modificata dall’autotune, le sue rime parlano di sesso in modo esplicito, droghe, vita difficile, empowermen­t femminile. Classe 1998, Chadia è nata in Spagna da genitori marocchini che poi hanno trasferito la famiglia in Italia nei primi anni Duemila. E oggi, come Ghali e Mahmood, fa parte della schiera di giovanissi­mi immigrati di seconda generazion­e che fanno musica irresistib­ile per gli adolescent­i. Per ora ha scritto solo una manciata di canzoni, tutte hit, raccolte nell’ep Avere 20 anni. All’appuntamen­to negli uffici della Sony arriva con il suo manager e un’amica d’infanzia con cui divide casa a Milano. Lo sguardo cade, inevitabil­mente, sulle piume. Spiega: «Mi piacciono gli abiti scenici. Da bambina invece ero un maschiacci­o, giocavo a calcio. Poi ho capito che non c’è niente di più bello della femminilit­à».

Dove giocava a calcio? «A Torino, dove vivevamo. Vicino a casa mia c’era un campo da calcio, io avevo sette anni e ho chiesto a mio papà di provare a giocare. Lui ha detto di sì, era contento di avere una cosa in comune con me. Il mister ha visto che me la cavavo e mi ha presa. Dopo un anno mi hanno notata quelli della Juventus femminile e sono passata con loro. Poi ho smesso per colpa di un infortunio». Sognava di fare la calciatric­e più che la trapper? «Sì. Stare in quel campo con persone che credono nelle stesse cose, unite dalla stessa passione, è un’emozione incredibil­e. E poi io ci andavo per scaricare la rabbia, con il pallone tra le gambe era come se fossi su un altro pianeta, tutti i problemi svanivano con il fischio dell’arbitro». Nella canzone Sarebbe comodo dice: «Sono una che si rialza, perfino con le botte di mio padre». «Parlo più che altro di botte emotive. Sentirsi dire: non puoi uscire, non puoi fare questo o quello. I miei genitori sono stati molto protettivi». Chi sono i suoi genitori? «Preferisco non parlarne, a loro non piace essere esposti. Dico solo che sono arrivati in Spagna una trentina di anni fa perché ci viveva una zia che aveva studiato lì. Io sono nata ad Almería, poi dopo pochi anni ci siamo trasferiti a Torino». Siete musulmani? «Loro sì. Io non parlo di religione, non vorrei essere fraintesa». Ha mai subito razzismo? «Mai. Penso che in questo noi giovani siamo più avanti degli adulti: per noi non contano niente le

Quando Salvini chiude i porti, penso che non sia una persona di cuore

origini, non ce ne frega davvero niente, siamo tutti uguali». Si sente più italiana, marocchina o spagnola? «Mi sento figlia del mondo. Sono la prova che se non ci fossero state le migrazioni, a quest’ora non starei qua a parlare. Per me l’incontro delle culture è una ricchezza, perché dà vita a una cosa nuova». In Fumo bianco rappa: «Ho visto le case dorate, le case dell’Aler». «Già, sono stata in situazioni agiate ma ho visto anche la povertà vera in Marocco. Ho capito cosa vuol dire soffrire». E quando Matteo Salvini dice «prima gli italiani» e chiude i porti ai barconi, lei che cosa pensa? «Che non è una persona di cuore. Ma non mi piace parlare di politica e non voglio nominare uno di cui non mi frega niente: se vuole continuare così, è solo una persona brutta. Posso raccontare la mia esperienza di una ragazza che non si è mai sentita diversa perché in casa si parla arabo». Perché da quella casa è andata via? «Torino non era la città giusta per me: piccola, grigia, con poco da fare. E soprattutt­o piena di persone che ti giudicano. Io sono sempre stata un po’ pazza, eccentrica, ho sempre fatto quello che mi passava per la testa». Per esempio, si è trasferita a Milano. «Sì, avevo 19 anni. Sono venuta qua con alcune amiche, ma non mi sento così coraggiosa: le cose brutte ti succedono solo se ti metti in situazioni pericolose. Quando cominci a capire come va la vita, niente ti ferma». È determinat­a? «Molto. Mi prendo sempre quello che voglio». Ha fatto la modella di foto di nudo. «Mi mantenevo così, mi facevo fotografar­e per magazine e ho collaborat­o anche con una mostra d’arte. Se lo fai profession­almente, con una testa che vuole sfondare, le opportunit­à ci sono». Quando ha capito «come va la vita»? «A 16 anni. Ho lasciato la scuola: avevo fatto un anno di aeronautic­a, non so perché... poi un anno di moda, ci insegnavan­o a fare i cartamodel­li e il confeziona­mento degli abiti. Ma la scuola non faceva per me, non sopportavo che i professori ti dicessero cosa fare. Così mi sono messa a fare la cameriera nei bar. Lì, mentre facevo i cappuccini, ho avuto l’occasione di capire le persone ed evitare tanti errori». Per esempio? «I giri sbagliati. Io mi fumo le canne, quella invece era gente che si drogava pesantemen­te. Persone che per un ragazzo si imbottivan­o di Xanax, altre che lo facevano per colmare l’assenza dei genitori o per la solitudine». Voi trapper siete sotto accusa. «Ma noi cosa c’entriamo se i ragazzi si drogano? Ognuno fa quello che gli pare, non è certo una canzone che può spingere qualcuno in quella direzione. Io ne parlo perché è un argomento che non si può ignorare, e nella vita cerco di aiutare i miei amici che ci sono dentro». È fidanzata con un altro trapper famoso: Wayne della Dark Polo Gang. Siete la coppia reale della trap. «È bello stare con qualcuno che ti sostiene e ti capisce. E poi siamo due Scorpioni, nati lo stesso giorno, siamo molto passionali. Però per ora ognuno vive a casa sua, ho già avuto convivenze in passato». La trap è un ambiente maschilist­a? «Io mi sono sentita accolta bene. Big Fish e Jake La Furia mi hanno “adottata”, non ho problemi, e noi donne siamo sempre di più». Lei parla di sesso in modo esplicito. «Sì, un po’ alla Cardi B. Mi hanno sempre giudicata per questa mia sfrontatez­za, ma siamo nati tutti nudi, non possono esserci tabù sul sesso».

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 ??  ?? GIOVANE E FENOMENALE Chadia Rodriguez, 20 anni, è la trapper italiana più famosa. Ha pubblicato un ep, AVERE 20 ANNI, e ha collaborat­o con Luna al singolo Donna Domani.
GIOVANE E FENOMENALE Chadia Rodriguez, 20 anni, è la trapper italiana più famosa. Ha pubblicato un ep, AVERE 20 ANNI, e ha collaborat­o con Luna al singolo Donna Domani.
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