Vanity Fair (Italy)

Vi ricordate di me?

- di CRISTINA MANFREDI foto ENRIQUE BADULESCU

In molte ne parlano come «la bella un po’ inquieta», e intanto le invidiano la love story avuta con Bradley

Cooper e il flirt con Robert Pattinson.

È la 27enne Suki Waterhouse, modella britannica, attrice, imprenditr­ice della linea di borse Pop & Suki e ora anche neo cantautric­e. La sua forza è la spontaneit­à: se le chiedi che cosa significhi­no i profumi per lei, anziché inventarsi una qualche storia romantica da perfetta ambassador di Amo Ferragamo,

la fragranza della maison fiorentina di cui è il volto, ti racconta che sono il metodo più immediato per riacciuffa­re i ricordi dell’infanzia, nel suo caso l’odore del pudding di riso, dell’erba quando giocava a calcio, delle giornate di pioggia o di una stazione di metropolit­ana. Insomma, ti dice la verità.

E il legame con l’amore c’è sempre: «Quando mi innamoro una delle prime cose che faccio è

annusare l’altro, sentire che odore ha, un gesto istintivo, naturale. Sarebbe così triste non poterlo percepire». E anche su di sé il profumo ha un ruolo importante: «Lo spruzzo solo sui polsi, per non essere invadente, e lo cambio spesso per definire il mio mood». Questa nuova versione di Amo Ferragamo, Flowerful, per esempio, la trova «perfetta la mattina, quando sono ancora assonnata e ho bisogno di una bella carica positiva». E lei di carica ne ha davvero tanta. Ha appena finito le riprese di Misbehavio­ur,

diretto da Philippa Lowthorpe e con Keira Knightley, la storia di un gruppo di femministe degli anni ’70 che contestò le dinamiche sessiste del concorso di Miss Mondo, con il risultato della vittoria della prima concorrent­e di colore. Suki ama anche le lunghe camminate, la cioccolata calda, si autodefini­sce una pessima cuoca ed è felice che sua madre le abbia trasmesso l’arte di stare bene da sola. O di scegliere amici veri, «quelli che non se la prendono se devi cancellare l’uscita all’ultimo minuto. Quelli con cui te la ridi, mandando al diavolo tutto, anche se sai che non è la soluzione. Io sono una che ama molto ascoltare gli altri e provare a essere d’aiuto, ma alla fine i consigli li chiedo solo a me stessa». Una determinaz­ione guidata dalla filosofia di poter «godere di ogni esperienza creativa, a prescinder­e dal risultato. Sono contenta se un film o uno shooting vengono bene, ma ciò che conta è cosa ho imparato, perché tanto, tra cent’anni, chi si ricorderà di me?».

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