E IO AVRÒ CURA DI TE
È favoloso pensare che l’amore curi.
È favoloso pensare che l’incontro tra un ragazzo sovrappeso (Remo) e una ragazza quasi anoressica (Margherita) possa portare a una guarigione incrociata.
È favoloso che, grazie a uno di quegli incantesimi che solo l’amore sa lanciare, i chili riescano a defluire dal corpo di lui sullo scheletro di lei.
È favoloso che un 24enne riesca a raccontare in modo limpido del disagio del proprio corpo, ingrassato per un sovraccarico di aspettative altrui. È favoloso che uno scrittore non ceda al machismo e confessi «ero l’uomo imprigionato nel grasso e il grasso che imprigionava quello stesso uomo» e «avevo sentito crescere un sordo risentimento». È favoloso che un uomo rispetti una donna a tal punto da non sentire il bisogno di spiegarle cosa è meglio per lei.
È favoloso limitarsi ad ascoltare l’altro. È favoloso essere ragazzi, e guidare di pomeriggio verso il mare, un po’ cantando e un po’ parlando, interessati a tutto quello che riguarda l’altro. «Le favole non esistono. A meno che tu non ci creda» è l’incipit del nuovo romanzo di Davide Mosca, Breve storia amorosa dei vasi comunicanti:è fresco come il Virzì della prima ora e leggerlo accarezza quella parte di noi che rimarrà, per sempre, ragazza. laura pezzino