Vanity Fair (Italy)

TRE VITE, UN SOLO MORTE

«Al di là di ogni possibile scongiuro, finora il mio nome mi ha portato solo fortuna». Parola di Álvaro Morte che dopo un segreto e una casa di carta ora si pone una domanda: perché non si possono amare due donne?

- di GRAZIA TURI foto GIANFRANCO TRIPODO

Álvaro Morte è sincero: «È stato davvero come vincere alla lotteria». Il biglietto vincente, quello che gli ha cambiato la vita, si chiama La casa di carta, la serie di Netflix che ha spopolato in tutto il mondo. Il ruolo del Professore, la mente del colpo alla Zecca di Stato spagnola, ha infatti proiettato il 44enne attore andaluso, fino a poco tempo fa conosciuto in Italia «solo» per aver interpreta­to il medico Lucas Moliner nella soap Il segreto, in una dimensione planetaria. «In Spagna ero abbastanza famoso, ma nel posto in cui vivo, un po’ fuori Madrid, di solito la gente mi riconosce però mi lascia in pace», ci racconta. «Qualche tempo fa invece ero a Londra e non riuscivo a passeggiar­e con la mia famiglia (la moglie stilista Blanca Clemente e i gemelli di 4 anni Julieta e Leon, ndr). Ogni 20 metri mi fermavano per un selfie. La cosa strabilian­te è che erano fan di ogni parte del mondo: Thailandia, Messico, Polonia... Mi godo il successo, so che non durerà per sempre».

Ma l’occasione per incontrare Morte non è tanto la terza stagione della Casa di carta, la cui lavorazion­e è in corso con riprese in varie città, tra cui Firenze, per un nuovo colpo internazio­nale architetta­to dal Professore, quanto il debutto dal 3 aprile su Raidue della sua nuova serie Il molo rosso (titolo originale El Embarcader­o) presentata al Mipcom di Cannes, creata anche questa da Álex Pina, dove interpreta Óscar, un uomo felicement­e sposato, ma di cui si scoprirà quasi subito una doppia vita bollente. «Per diventare il Professore ho superato cinque provini in due mesi e mezzo. Ma stavolta Álex mi ha chiamato direttamen­te per propormi la parte», spiega l’attore, «e anche se insisteva nel volermi raccontare la trama, non ci ho pensato neanche un secondo e ho accettato subito. Poi dopo aver letto la sceneggiat­ura mi sono innamorato di Óscar, interpreta­rlo rappresent­ava una sfida». Cosa l’ha attratta di questo ruolo?

«Il fatto che è un uomo che ha deciso di vivere la sua vita fregandose­ne delle convenzion­i sociali. Chi non sogna infatti di avere una moglie e un’amante? È una cosa fantastica!». Ride.

Sua moglie forse non sarà tanto d’accordo.

«Al di là della battuta, tutti quanti siamo cresciuti con questa idea, che ci è stata impressa a martellate nel cervello anche per colpa della religione, secondo cui si può amare una sola donna per tutta la vita e non ci si può innamorare di un’altra persona, figuriamoc­i poi contempora­neamente. Ma la domanda che pone Óscar è: perché non si possono amare due donne, in modo diverso, seppure con la stessa intensità?».

Lei quanto è simile a Óscar?

«Io sono abbastanza diverso da lui, dal suo modo di pensare, ma rivendico la sua battaglia. Perché

qualcuno dovrebbe rigettare una parte di sé per obbedire a ciò che pensa la società? Vorrei che gli spettatori guardando la serie si chiedesser­o se sono felici della propria vita, se stanno seguendo ciò che veramente desiderano o ciò che gli altri si aspettano da loro».

E col Professore cos’ha in comune?

«Non sono intelligen­te come lui, ma anch’io sono ossessiona­to dal lavoro, che interpreti una nuova serie, o diriga uno spettacolo della mia compagnia teatrale».

Il molo rosso, al di là del tradimento, fa riflettere anche su quanto siamo disposti a condivider­e di noi stessi in una relazione.

«Per spiegare il modo sano di vivere una relazione io uso la metafora delle borse. Ognuno di noi ne ha una, che rappresent­a la propria personalit­à, i pensieri, i desideri, i segreti, il proprio passato e così via. Quando hai una relazione si decide di condivider­e alcune cose contenute nella propria in una terza borsa, messa in comune con la persona che ami. Però non si può condivider­e tutto, altrimenti si rischia di perdere la propria identità. La domanda che pone la serie è cosa farne delle cose che non condividi con quella persona e che rischiano di rimanere per sempre chiuse nella tua borsa».

Anche questo personaggi­o, come il Professore, si porta un bel carico di mistero.

«Entrambi hanno qualcosa da nascondere, ma sono molto diversi. Óscar, al contrario del Professore, è un uomo solare, anche se la sua vita è piena di ombre. La sfida per interpreta­rli però è stata simile: Óscar appare come un traditore, quindi è chiaro che il pubblico lo piazza subito tra le fiamme dell’Inferno. Perciò ho provato a renderlo simpatico, proprio come il Professore, che è un criminale, ma è molto amato dal pubblico».

Con l’ammirazion­e per il Professore c’entra anche il fatto che la rapina alla Zecca è una rivincita simbolica contro il sistema? «Il successo della Casa di carta nasce dal fatto che presenta un giusto mix di azione, dramma e commedia. Però, certo, conta molto anche il suo spirito rivoluzion­ario, perché intercetta quel sentimento di tutti che ci sia qualcuno che decide le nostre vite, di fronte a cui vorremmo ribellarci. Non oso sperare che una serie scateni la rivoluzion­e, ma mi piacerebbe che inducesse a pensare a questo mondo in cui la ricchezza è così iniquament­e distribuit­a e in cui esistono situazioni disperate come quelle dei rifugiati».

Dopo pochi minuti del Molo rosso apprendiam­o della morte di Óscar. Come mai lei, che all’anagrafe fa García, ha scelto come nome d’arte proprio quello di Morte?

«Lo so, all’inizio la gente rimaneva un po’ scioccata, perché la muerte non evoca cose belle. Ma avevo bisogno di un nome meno comune di García e una mia amica un giorno mi ha detto che si chiamava Maria Morte. Ho iniziato a ragionare su Álvaro Morte e il suono mi piaceva. Al di là di ogni possibile scongiuro, posso dire che finora il mio nome mi ha portato solo fortuna».

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 ??  ?? RE DI SPAGNA Álvaro Morte, 44 anni, è protagonis­ta della serie IL MOLO ROSSO, ideata da Álex Pina, dal 3 aprile in prima serata su Raidue.
RE DI SPAGNA Álvaro Morte, 44 anni, è protagonis­ta della serie IL MOLO ROSSO, ideata da Álex Pina, dal 3 aprile in prima serata su Raidue.
 ??  ?? TRA COLPI E DOLORI Sopra, Álvaro Morte è il misterioso Professore che guida la banda della CASADI CARTA; sotto, è il dottore Lucas nella soap IL SEGRETO con la moglie Sol, avvelenata.
TRA COLPI E DOLORI Sopra, Álvaro Morte è il misterioso Professore che guida la banda della CASADI CARTA; sotto, è il dottore Lucas nella soap IL SEGRETO con la moglie Sol, avvelenata.
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