Vanity Fair (Italy)

Elezioni europee

Mancano poco meno di due mesi alle elezioni europee del 23-26 maggio. Come in ogni appuntamen­to democratic­o degli ultimi anni dobbiamo farci una domanda: ci saranno cyberinter­ferenze illecite?

- di FERDINANDO COTUGNO

Come gli hacker russi si stanno preparando

Non c’è stata nessuna elezione recente senza attività di gruppi hacker riconducib­ili a governi stranieri, in particolar­e quello russo. «Le elezioni Usa del 2016 hanno dimostrato che cybercrimi­nali agiscono su vasta scala per minare l’integrità del processo elettorale», spiega Jack Caravelli, ex analista Cia e autore con Jordan Foresi dei Segreti del cybermondo (De Agostini). La buona notizia è che nell’Unione (esclusa l’Estonia) non c’è il voto elettronic­o esteso, sempre a rischio manomissio­ne: «Fossi in voi, resterei con carta e penna per sempre. È molto più sicuro». Il problema è che ci sono tanti modi per intervenir­e su una democrazia, oggi.

Il più comune, come spiega Stefano Zanero, professore del Politecnic­o di Milano ed esperto in sicurezza informatic­a, sono le fake news, ossia l’industrial­izzazione digitale della propaganda. «Sono in atto grandi operazioni di disinforma­zione attraverso i social media, in alcuni casi alla luce del sole con siti come Sputnik News o Russia Today.

Nessuno può quantifica­rne l’impatto, ma non è sicurament­e marginale. I tentativi di disinnesca­rla da parte dei social sono deboli e frammentar­i perché vanno contro il loro modello di business. L’unica strada è educativa: formare gli utenti». Generazion­i di elettori attrezzate a distinguer­e l’informazio­ne autentica da quella manomessa? Difficile che avvenga nei prossimi sessanta giorni. Oltre alla distorsion­e del voto elettronic­o e alle fake news (impatto non quantifica­bile), c’è un terzo livello di pericolo: la vulnerabil­ità digitale di partiti e politici. La diffusione delle email di Hillary Clinton ebbe un effetto enorme e tanti si aspettano qualcosa del genere anche in Europa. La società di cybersecur­ity FireEye ha diffuso un rapporto su un’operazione illegale condotta da due gruppi probabilme­nte riconducib­ili al governo russo: APT28 e Sandworm Team (responsabi­le del caso Macronleak­s, la diffusione di 20 mila email della campagna di Macron nel 2017). Negli ultimi mesi, hanno mandato messaggi ingannevol­i molto ben confeziona­ti (phishing) a politici o persone a essi collegate di tutta Europa per carpire accessi e password. Quanto abbia funzionato lo scopriremo nei prossimi mesi. «Non ho la sfera di cristallo, ma sulla base di ciò che osserviamo e della mia esperienza, possiamo aspettarci un grosso leak di informazio­ni compromett­enti su qualche politico o partito», spiega David Grout di FireEye. Contro chi o cosa è impossibil­e saperlo, «ma certo questi gruppi sono allineati all’agenda politica del governo russo».

Tradotto: chiunque non sia gradito a Putin è a rischio furto e diffusione di dati. «Queste operazioni hanno tutte lo stesso scopo: rompere la fiducia dei cittadini nella democrazia».

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