Oggi mi butto
In Italia le PISCINE PRIVATE sono 365 mila, cifra che ha portato il nostro Paese al quarto posto nella classifica europea (dati Assopiscine). A livello nazionale, il Lazio e la Toscana occupano i primi posti.
In vasca, nel mare o in un lago selvaggio, l’allenamento in acqua scolpisce il corpo e rilassa la mente. Grazie anche a nuovi corsi che coinvolgono i muscoli, la respirazione e regalano i benefici di un massaggio
«Chiedimi nel mezzo dell’inverno, o alla fine di una giornata faticosa, dove più mi piacerebbe essere, e la risposta sarà sempre la stessa: in acqua, dove scivolo leggera tracciando una scia silenziosa in un lembo di blu».
Nel saggio Nuotare. Perché amiamo l’acqua (Ed. Ultra), Lynn Sherr descrive perfettamente il fascino irresistibile dell’elemento in ogni sua forma. Altrimenti non si spiegherebbero le code di persone nelle corsie delle piscine all’ora di punta, che nemmeno in autostrada a Ferragosto. Una follia urbana che alcuni nuotatori hanno abbandonato in favore del Wild Swimming, il nuoto praticato in laghi, estuari di fiumi e in mare. Senza bisogno di corsie, senza vedere il fondo e con l’incognita della temperatura. Attorno ai wild swimmer sono nate community e agenzie viaggio con i luoghi più suggestivi del Pianeta da esplorare rigorosamente a nuoto, come i siti wildswimming.co.uk e outdoorswimmingsociety.com che nel sottomenu
survive offre consigli vitali su come affrontare i corsi d’acqua più insidiosi. Passata la moda anni Novanta del sub, i giovani sono attratti dagli abissi da raggiungere in apnea. Una disciplina, assicurano gli appassionati, più vicina all’esperienza
mistica che al nuoto, soprattutto quando l’ossigeno comincia a mancare. A Montegrotto Terme (Pd) esiste la piscina più profonda al mondo, la Y-40, di 42 metri, che ogni anno attira nuovi asceti: «Per fare apnea la forza non serve. È una questione di consapevolezza. È come lo yoga: succede tutto nel qui e ora, accade tutto
Nello stile libero, si possono arrivare a consumare 170 calorie per km (40 vasche da 25 metri)
nel respiro. Infatti, praticare il respiro yogico
pranayama è consigliato. L’apnea insegna a non disperdere le energie e a conoscere i propri limiti. Insomma, ti cambia la vita», dice Marco Mardollo, responsabile tecnico e istruttore di apnea alla Y-40.
A SCUOLA DI SIRENE
Per sentirsi tutt’uno con l’acqua a volte è richiesta una «transizione di specie». Soprattutto durante i corsi per sirene, quando gli avventori indossano una coda monopinna e si trasformano. «Il corso ha avuto successo non solo tra le bambine, ma anche tra gli adulti, perché molto sfidante. Avere le gambe bloccate costringe a usare molto di più gli addominali e i glutei, cosa che piace alle donne e sempre di più agli uomini, i tritoni. In più, nuotando sott’acqua, si allena anche il respiro», spiega Carolina Ammendola, istruttrice di nuoto sincronizzato e Sirena alla piscina Colonna di Milano (piscinacolonna.it).
SESSIONI CARDIO E POSTURALI
La legge di Archimede ha illuso molti sul fatto che in acqua si faccia meno fatica, ma vale solo se si fa il morto, perché con le nuove discipline l’impegno è garantito. Come alla Waterbeat Society, piscina-boutique nel centro di Milano: «Siamo specializzati in hydrobike, che si concentra su gambe e glutei, a cui abbiamo aggiunto esercizi per braccia e addominali», dice Hanane Fellah, la fondatrice (waterbeatsociety.com). «Durante il corso Cardio in acqua, invece, facciamo
interval training, con sessioni alternate di pedalate soft e sprint. Il vantaggio dello spinning in piscina è l’azione massaggiante dell’acqua». Altre discipline sono più efficaci e meno traumatiche rispetto ai corsi seguiti in palestra, a terra: «Gli esercizi sembrano più semplici perché ci sentiamo sostenuti», spiega Antonietta Nardiello, istruttrice alla Colonna. «Il corso di postural rafforza i muscoli della schiena e del core, correggendo i difetti e alleviando le rigidità muscolari. Diventiamo anche più fluidi perché percepiamo il corpo
più leggero. Così lo stress si dissolve». Deve essere questo che dell’acqua continua ad attirarci: il farci sentire accolti, fluttuanti nei nostri pensieri, anche se immersi nella corsia sovraffollata di una piscina comunale.